In area Euro la seduta di ieri è stata nuovamente caratterizzata da vendite sui titoli governativi periferici, con l’Italia che continua ad essere tra i Paesi più penalizzati, insieme a Spagna e Portogallo.
CHE COSA RIBOLLE
I volumi sul BTP future hanno evidenziato per il quarto giorno consecutivo un ammontare pari o superiore ai 100.000 contratti, con un tasso decennale che ha chiuso ieri le contrattazioni poco al di sotto della soglia del 3,30%. Questa mattina la seduta si è aperta nuovamente con vendite generalizzate su Italia, Spagna e Portogallo con i tratti di curva a lungo termine maggiormente penalizzati.
QUESTIONE DI SPREAD
Lo spread Btp-Bund si era quindi riportato in prossimità dei 200pb, ai massimi da febbraio, mentre il tasso decennale aveva superato soglia 3,30% prima che il movimento rientrasse dopo la prima ora di contrattazione. Considerando il rialzo piuttosto marcato delle ultime sedute non è da escludere che, almeno nel brevissimo termine, i tassi possano entrare in una fase di stabilizzazione.
CALENDARIO ASTE
Sul fronte aste attesa oggi l’emissione del nuovo decennale tedesco con scadenza maggio 2024 per un importo fino a 5 Mld€. Il Tesoro italiano effettuerà invece un’asta di concambio in cui offrirà fino a 2,5 Mld€ di Btp dicembre 2018 a fronte del riacquisto di una serie di titoli con scadenza 2015 ed il Ccteu ottobre 2017. Negli Usa, tassi governativi in calo parallelamente all’andamento negativo dei listini azionari. In particolare il titolo a cinque anni si colloca attualmente sotto l’1,50% per la prima volta dallo scorso marzo.
BENVENUTI IN CASA FED
Ieri hanno tenuto dei discorsi vari membri Fed tra cui quello del membro votante Plosser il quale ha dichiarato che il mercato immobiliare Usa rimane solido nonostante le preoccupazioni dei mesi recenti visto il rallentamento della vendita delle case. Più in generale Plosser ha dichiarato di attendersi una crescita dell’economia intorno al 3% sebbene il maltempo del primo trimestre potrebbe ridurre parzialmente questa attesa. Allo stesso tempo l’altro membro votante della Fed, Dudley ha dichiarato di attendersi “un considerabile periodo di tempo” tra la fine del quantitative easing ed il primo rialzo dei tassi. Sul fronte prezzi, Dudley ha sottolineato che il target sull’inflazione del 2% non è più da considerarsi un tetto.