La ripresa è scomparsa nel primo trimestre. L’Italia è praticamente in stagnazione: con il dato di inizio anno e scontando rialzi nei successivi trimestri, l’incremento del PIL del 2014 è dello 0,2-0,3% e non dello 0,8% (ipotizzato dal governo) o del 0,6% (previsto dalla CE).
Non c’è da meravigliarsi. La politica macroeconomica è inadeguata. Non è colpa di questo o quel governo, semplicemente non ci sono spazi per un vero sostegno della domanda.
Per la politica fiscale, il 2014 segna solo un’attenuazione nell’austerità, che riprenderà dal prossimo anno: di questo gli italiani sono consapevoli.
Per la politica monetaria, la bassa inflazione si traduce in severa restrizione: i tassi di interesse reali sono troppo elevati, frenano investimenti e consumi. Al contempo, si avrebbe bisogno di un cambio più debole per sostenere le esportazioni.
Come si può pensare di avere una ripresa se tutte le leve sono fuori uso? Si spera che gli 80 euro di minore Irpef producano qualche effetto, ma se il clima è negativo l’impatto sarà minimo.
In questo contesto pieno di vincoli, urge che almeno sul fronte monetario si prendano, a Francoforte, decisioni di stimolo significative