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Che cosa è successo ai Bund e agli altri bond

In area euro ieri giornata con movimenti di elevata ampiezza dei tassi accompagnati da volumi molto alti. Innanzitutto proviamo a fotografare quanto accaduto. Si è trattato di un classico fligth to quality: forte calo del decennale tedesco (al minimo da un anno all’1,30%) a fronte di un marcato rialzo dei tassi periferici, in particolare il tasso decennale italiano con lo spread balzato a 180pb.

TRA BUND E BTP

Il movimento si è accentuato per entità e per volumi in corrispondenza dell’apertura dei mercati Usa. Alla fine della giornata il BTP future ha messo a segno un livello record di volumi (circa 165.000 contratti scambiati) a fronte di circa 1 milione di lotti per il Bund future. Ad innestare il movimento la revisione della percezione dello stato di salute dell’economia Euro, dopo i dati sul PIL che ad eccezione della Germania, sono risultati ampiamente sotto le attese con alcune variazioni trimestrali negative (Italia e soprattutto Olanda).

LE ANALISI DELLE TENDENZE

Alcuni analisti hanno citato anche l’aumento della percezione del rischio collegato alle prossime elezioni europee del 22/25 maggio,alimentato dalle performance economiche non favorevoli. Altri ancora hanno fatto riferimento alla percezione della possibilità di un deprezzamento più marcato dell’euro tale da indurre gli investitori esteri a rimpatriare parte dei capitali investiti nell’area per evitare rischi valutari. Il movimento è avvenuto poco prima di domani, quando anche il Portogallo dopo l’Irlanda uscirà ufficialmente dal piano di aiuti.

DALLA GERMANIA AGLI USA

Sul fronte macro, da segnalare anche la conferma dei dati finali di aprile sull’inflazione dell’area sia generale sia core, rispettivamente allo 0,7% e 1%. Negli Usa il tasso decennale in calo, segnando il minimo dallo scorso ottobre. I dati macro hanno evidenziato aspetti in parte contrastanti. Sul fronte positivo da segnalare il forte calo delle richieste di sussidi per la disoccupazione, al minimo dal 2007. Sul fronte dei dati meno favorevoli, l’andamento sotto le attese della produzione industriale di aprile ed il posizionamento al minimo da circa un anno dell’indice che monitora la fiducia dei costruttori.


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