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Chi è Gabriel Weinberg, il fondatore del motore di ricerca anti-Google DuckDuckGo

DuckDuckGo è un nuovo motore di ricerca che si presenta come alternativa all’egemonia di Google. Le visite sono aumentate da quando è scoppiato il caso di spionaggio da parte dell’Nsa americana, ma DuckDuckGo ha giocato la carta della privacy da tempi non sospetti: “They do not track you”. I fondatori sostengono che a differenza di altri, loro non commercializzino le informazioni sulle ricerche degli utenti.

RICERCA SENZA TRACCIA

L’idea di DuckDuckGo è venuta a Gabriel Weinberg, un giovane fisico americano con un master in Tecnologia e politica, che in uno scantinato creò The Names Database. Con questa compagnia, acquisita nel 2006 da United Online per 10 milioni di dollari, Weinberg inventò in Pennsylvania un motore di ricerca in codice Perl con un server web Nginx che opera in FreeBSD. La peculiarità è che si tratta di uno strumento ibrido che non lascia traccia. Alcuni analisti ricordano che oggi si parla di DuckDuckGo come alla fine degli anni ’90 si parlava di Google quando Altavista dominava il mercato.

LA FORMULA VINCENTE

Weinberg sfrutta il suo vantaggio competitivo per sviluppare un servizio che non registra le informazioni fornite agli utenti, non scarica “cookies” e non tiene traccia dell’indirizzo IP. La scommessa è stata puntare su quello che cercavano alcuni clienti: un motore di ricerca senza annunci, con risposte di qualità e molta privacy. Una formula vincente, secondo uno dei guru di Internet, Bruce Schneier.

IL MONOPOLIO DI GOOGLE NON DURERÀ PER SEMPRE

DuckDuckGo non tratta le persone come un prodotto. “Non commercializziamo i dati. Siamo una ‘social company’ focalizzata sugli utenti e non sulle imprese”, ha detto Weinberg.
Nel mondo, Google viene utilizzato da circa il 65% della popolazione, Baidu (il motore di ricerca cinese) dal 10%, Yahoo il 6%, Yandex (il motore di ricerca russo) il 3% e Bing il 3%. Dei 5mila milioni di ricerche che vengono effettuate ogni giorno, 5 milioni avvengono su DuckDuckGo, ovvero, un insignificante 0,1%. Ma Weinberg è fiducioso: “Il monopolio di Google non è eterno e il futuro appartiene ai motori di ricerca come DuckDuckGo”.



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