Alla luce dei brillanti risultati economici perseguiti dalla Cina negli ultimi anni, verrebbe spontaneo guardare a questo “dragone asiatico” come un modello di riferimento; tuttavia, al contrario delle aspettative, la Cina si presenta come un Paese enormemente arretrato dal punto di vista delle conquisto dei diritti umani.
LA RADICE DEI DIRITTI UMANI
Il sistema di mercato capitalista, affacciatosi in una Cina comunista a partire dal 1978, è considerato uno dei contesti in cui l’idea dei diritti umani è emersa e si è affermata. Questo argomento è stato usato per giustificare l’impossibilità di applicare, in modo significativo e coerente, il discorso sui diritti umani alla Cina contemporanea. Secondo questa tesi, infatti, i diritti umani avrebbero “una radice capitalista, occidentale, nel senso che sarebbero un prodotto della combinazione dello Stato-nazione, dell’individualismo, del capitalismo, della democrazia in modo tale che ciascuno sia implicato dall’altro”
I DIRITTI UMANI IN CINA
Questo concetto spiega come l’affermarsi dei diritti umani in Cina abbia incontrato ostacoli nell’ideologia comunista, insita nelle tradizioni e nella cultura cinese.
La sinologa Pun Ngai, agli inizio degli anni Novanta, si è fatta passare per un operaio migrante nella fabbrica Meteor (Pun Ngai ha cambiato il nome della fabbrica per non mettere a rischio gli operai) e spiega così la situazione: “Non siamo trattati come persone, possibile che non lo capiate? Siamo come cani, non ci fermiamo mai. Quando un superiore ti chiede di lavorare lo devi fare, non importa dove sei e cosa stai facendo… Chi s’interessa di noi? Non siamo nessuno, siamo solo merce”
LE MOTIVAZIONI
Da un punto di vista istituzionale le difficoltà di un’effettiva protezione dei diritti umani sono certamente dovute alla mancanza di autorevolezza, indipendenza ed autonomia del sistema giudiziario, all’assenza di legittimazione democratica dei governanti e della garanzia di meccanismi di controllo giurisdizionale riguardo la costituzionalità delle leggi.
La Cina, si sa, nella costruzione economica, predilige l’efficienza a tutto il resto. Proprio per questa ragione le leggi aumentano mentre i sistemi di controllo sulla loro applicazione non vengono predisposti e perfezionati; la tutela dei diritti umani può talvolta richiedere il compimento di azioni la cui realizzazione è in contrasto con il criterio di efficienza. L’obiettivo è infatti elaborare una sintesi tra giustizia ed efficienza, qualificate come esigenze aventi pari dignità. Senza dubbio il desiderio della Cina di essere accettata dalla comunità internazionale come una potenza responsabile e credibile è una delle ragioni che ha spinto il Paese a contrarre degli obblighi sul rispetto dei diritti umani nei confronti della comunità internazionale.
GLI SCONTRI CON L’ONU
La Cina, negli ultimi tempi, si è spesso scontrata con gli organi internazionali proprio per questi fatti sopraelencati. Il 22 Ottobre 2013, a Ginevra, la Commissione Onu per i diritti umani, che ogni anno analizza la situazione dei vari Paesi membri delle Nazioni Unite, ha posato lo sguardo sul governo del presidente Xi Jinping; un governo tristemente noto per la repressione della popolazione cinese.
Il leader Jinping, si è macchiato dell’arresto di un gran numero di dissidenti; caso eclatante quello dell’avvocato Xu Zhiyong, fondatore del movimento “Costituzione aperta” e sostenitore dello stato di diritto, arrestato ad agosto. Chiaramente la preoccupazione più grande dell’ONU nei confronti della Cina resta sempre la “questione Tibet”. Solamente negli ultimi tre anni, più di 120 tibetani si sono dati fuoco per protestare contro la politica di repressione attuata nel territorio.
Questa politica aggressiva adoperata dal governo cinese, vanta una tradizione storica. Fu infatti Mao Zedong, nel 1957, ad introdurre la rieducazione attraverso i campi di lavoro, al fine di punire coloro i quali si comportavano in modi non conformi ai voleri delle autorità.
UN ESEMPIO QUASI IRONICO
Per concludere, voglio rendere noto un fatto di lievissimo spessore, quasi ironico, che nella sua piccolezza rende però l’idea di come questo sia un problema reale ed attuale. Nella pagina di Wikipedia, alla voce “Cina”, il paragrafo su giustizia e diritti umani, è stata rimosso.
Ricchezza e Potere: due segni emblematici della Cina contemporanea. È possibile tuttavia che questi due traguardi siano stati raggiunti calpestando i diritti dell’individuo.