Le previsioni della Commissione vanno lette alla luce della richiesta di deroga che l’Italia ha chiesto sui conti pubblici 2014.
A questo proposito vanno notati due elementi. Il primo è che le previsioni europee “non vedono” il quasi pareggio di bilancio strutturale nel 2015 ipotizzato dal governo nel Def. Ci sono sei decimi di punto di distanza tra il deficit strutturale della Commissione e quello del governo per l’anno prossimo. In parte ciò è spiegato dal fatto che la Commissione non incorpora nelle previsioni al 2015 né il taglio Irpef (10 miliardi di minori entrate), né gli effetti della spending review (17 miliardi di minori spese); ciò contribuisce ad ampliare di uno 0,4% il deficit/PIL ipotizzato dalla commissione per il 2015 rispetto a quello del governo.
A ciò si aggiunge una stima dell’effetto negativo del ciclo economico sui conti pubblici meno forte di quella del governo con conseguente ampliamento della parte attribuibile ad andamenti strutturali.
Il secondo elemento è la stima sensibilmente più elevata del rapporto debito/PIL nelle ipotesi della commissione rispetto al governo (2,5 punti in più quest’anno che diventano 4,5 l’anno prossimo). Nell’insieme, queste valutazioni fanno pensare che l’esame Italia non sarà proprio una passeggiata.