Le forze politiche ostili all’attuale governo dell’Unione europea e della moneta unica potrebbero sbancare le prossime elezioni comunitarie, a scapito delle forze tradizionali, soprattutto moderate, che hanno retto Bruxelles e Strasburgo in questi anni.
LO SCENARIO ITALIANO
In Italia, svela una proiezione di Citi Research, ad ottenere il risultato migliore sarà il Movimento 5 Stelle, accreditato di 19 seggi. Un risultato potenzialmente importante, ma che non ha termini di paragone, perché il partito di Beppe Grillo si presenta per la prima volta alle elezioni per il rinnovo del parlamento di Strasburgo.
Di contro, a perdere notevolmente rappresentanza potrebbe essere Forza Italia che, complice la tendenza europea generale e le difficoltà nazionali del suo leader Silvio Berlusconi, vedrebbe venir meno 13 deputati. Non presente il dato relativo al Partito Democratico del premier Matteo Renzi, che non dovrebbe essere troppo difforme da quello delle scorse elezioni.
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LA SITUAZIONE ALL’ESTERO
Identico o quasi lo scenario nel resto dell’Europa. In Germania a guadagnare 9 seggi potrebbero essere i partiti anti-euro AfD, Pirates e Npd, a scapito dei liberali dell’Fdp (-8). In Francia a fare il balzo più ampio potrebbe essere a destra il Front National di Marie Le Pen (+18 seggi), mentre a pagare dazio sarebbe principalmente l’Ump (-10), il partito conservatore dell’ex presidente Nicolas Sarkozy. Nel Regno Unito si preannuncerebbe un successo per gli euro-scettici dell’Ukip (+13) di Nigel Farage, mentre a perdere consensi (-9) sarebbero i conservatori del premier David Cameron. Analoghi i risultati previsti in Spagna (+5 Sinistra Unita, -6 Partito Socialista) e Grecia (+5 Syriza, -7 Pasok).
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IL PARTITO DEGLI INDECISI
A decidere l’esito delle elezioni saranno però gli incerti, come sottolinea l’analista di rischio politico regolatorio Francesco Galietti, fondatore e ceo di Policy Sonar. “Quella degli indecisi è una forchetta che a seconda delle rilevazioni tocca il 40% degli aventi il diritto al voto, ed è una categoria che… fa gola alle forze politiche, nel loro sforzo di “convertirli” in consenso”.