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La Francia si prepara al ritorno di Sarkozy

Anche se mancano tre anni al rinnovo dell’inquilino dell’Eliseo, le grandi manovre nella destra francese sono già iniziate. Non solo Carla Bruni apre alla candidatura nel 2017 di Nicolas Sarkozy, ma una serie di variabili geopolitiche potrebbero risultare determinanti ai fini del panorama politico transalpino. Ecco perché non è solo una boutade giornalistica, viste le difficoltà enormi della copia scoppiata Fillon-Copè e l’exploit di Le Pen.

CARLA’
La modella italiana, dal 2008 moglie dell’ex presidente Sarkozy, in occasione del celebre talk show di Ellen De Generes ha aperto ad suo un possibile ritorno sulla scena politica. Pur non mostrando particolare entusiasmo per una nuova discesa in campo, ha lasciato intendere che l’opzione al momento è più di una semplice possibilità: “Come donna vorrei che non si candidasse, come cittadina francese sì”, ha detto aggiungendo che se Sarkò decidesse per il sì non si opporrebbe. Così come ribadito da alcuni mesi su queste colonne i conservatori francesi rischiano di non riuscire ad approfittare della debacle di François Hollande, ragion per cui dopo un acceso dibattito interno all’UMP, sarebbe stato lo stesso Sarkozy a prendere la decisione di tornare in campo.

IN PRIMA FILA
Che la campagna elettorale, questa volta su scala mondiale, possa essere già stata avviata da Sarkò lo dimostra la sua presenza in pompa magna a New York dove l’ex premiere dàme e cantante si è esibita al Town Hall teathre. In prima fila l’ex presidente francese si è distinto per applausi e incoraggiamenti allo spettacolo, ma come sussurra più di qualche navigato commentatore, anche per saggiare il terreno statunitense e le vecchie conoscenze al di là dell’Atlantico. Non è un mistero che i riverberi della crisi ucraina potrebbero dimostrarsi rilevanti, anche in vista di una nuova fase nei rapporti diplomatici-di forza con Mosca.

QUI COPE’-FILLON
Al momento è l’anello debole dell’UMP. Se da un lato il piano di stabilità fiscale presentato da Manuel Valls martedì all’Assemblea Nazionale non ha destabilizzato il partito che ha votato compatto contro, dall’altro qualcuno ha rammentato che François Fillon aveva proposto nel novembre 2011 misure analoghe a quelle economiche che oggi il governo vorrebbe ottenere. Per cui l’ex primo ministro ha pubblicamente annunciato di non voler essere “complice di una operazione imposta da Bruxelles”. Una mossa che però potrebbe non essere sufficiente a impedire il travaso di voti dall’UMP al FN, anche in considerazione di una evidente carenza di leadership che Sarkò potrebbe colmare.

QUI LE PEN
Lo scorso primo maggio la leader del FN non ha perso occasione di attaccare l’Europa trasformando le celebrazioni per il lavoro in un attacco a testa bassa contro l’Ue. Sotto una pioggia battente ha accusato la Bce, il fiscal compact e la troika dinanzi a 20mila cittadini, presenti anche due rappresentanti delle Femen francesi che l’hanno contestata. E ha definito “lavoro mortale” le politiche di austerità imposte da Bruxelles. Al momento punta a migliorare non solo il risultato delle amministrative in termini di comuni conquistati, ma soprattutto quello delle scorse politiche.

SARKO’JR
Nel frattempo chi si è fatto avanti con l’arma dell’ironia è Jean, il figlio di Sarkozy, che sui propri profili social ha postato alcune vignette in cui si prende in giro Francois Hollande e la sua squadra di governo. Tra i disegni anche un paragone con il Titanic e un riferimento ad un gesto di Charles de Gaulle. La campagna elettorale sotto la Tour Eiffel è appena iniziata.

twitter@FDepalo


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