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Gli ispettori di Consob in incognito in assemblea

La tutela delle minority, talvolta, avviene sotto stretto anonimato. L’occhio della Consob nel 2013 ha intensificato l’attività di vigilanza per la tutela delle minoranze e, in senso più ampio, per i controlli sull’applicazione delle norme sulla corporate governance. Ebbene, tra le iniziative sul campo, c’è quella di infiltrarsi tra i soci.

Nel corso della stagione 2013, l’Authority presieduta da Giuseppe Vegas ha assistito ad alcune assemblee allo scopo di osservare i lavori e le modalità di partecipazione realmente offerte agli azionisti di minoranza. In base a quanto risulta a ETicaNews, l’anno scorso sono state tra le 20 e le 30 assemblee «ispezionate» (è quindi quasi un raddoppio rispetto al 2011, quando le assise vigilate furono 15). L’orientamento è quello di vigilare in quelle assemblee delle società di Piazza Affari che hanno appuntamenti particolari, come proposte di revoca dell’organo amministrativo, promozione di azioni di responsabilità, nomina degli organi sociali con presentazione di più liste, sollecitazioni di deleghe di voto.

L’intervento degli uomini Consob avviene sempre in forma anonima. Soltanto la società – non il mercato o gli stakeholder – è al corrente della presenza dei funzionari dell’ufficio in qualità di uditori. Sempre per le assemblee, Consob fa un esame della documentazione pre-assembleare (relazione remunerazioni, relazione del collegio sindacale e relazioni sul governo societario, nonché relazioni sulle materie all’ordine del giorno come i rinnovi degli organi sociali e le relative liste) per fare richieste da comunicare prima o nel corso dell’assemblea. Nell’attività dell’anno scorso ci sono stati alcuni casi di richieste aggiuntive.

Il tutto, dunque, rimane nascosto dai riflettori. Ma, proprio per questo, sembra essere uno strumento di notevole pressione per le società, per le quali il confronto diretto con gli azionisti diventa anche uno spontaneo banco di prova davanti all’Authority.

 

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