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Ignazio Visco rivoluziona la visione della Banca d’Italia sul ruolo positivo della domanda aggregata

Ripresa della domanda prima di tutto. Sembra questo l’elemento di maggiore novità che esce dalle considerazioni del governatore Ignazio Visco. Vi è un cambio di approccio della Banca d’Italia nell’analisi della crisi. Nelle precedenti considerazioni si tendeva a rappresentare la recessione come una variante in peggio del lungo periodo di bassa crescita dell’Italia. Ne conseguiva che le politiche di offerta, le stesse propugnate già prima della crisi, erano la principale se non unica prescrizione presa in considerazione per intervenire sulla grave situazione economica.

Nelle odierne valutazioni di Visco risultano, invece, in primo piano la recessione causata dalla caduta della domanda interna e i rischi di un prolungata fase di stagnazione e bassa inflazione. Un contesto che può rendere permanenti i danni della recessione, dando luogo a disoccupazione di lunga durata e perdita di capacità produttiva.

Ne deriva l’urgenza di trovare spazi per stimolare la domanda, una condizione necessaria affinché le stesse riforme strutturali possano dare frutti. Crescita della produttività e aumento dell’occupazione sono conciliabili solo con la ripresa della domanda interna. Questo è detto in modo chiaro dal Governatore. Sintomatiche del cambio di approccio sono le righe finali delle Considerazioni: bisogna incrementare la produttività, ma ciò deve accompagnarsi all’aumento della domanda interna, con sostegno dei redditi alle famiglie, nuove opportunità di lavoro, investimenti in infrastrutture, anche pubblici e nell’ambito del quadro delle politiche economiche europee.

Le Considerazioni ci confermano dunque che la ripresa è modesta e fragile, ma la novità è che la Banca d’Italia afferma che per uscire dalle difficoltà si deve puntare a un deciso rilancio della domanda aggregata da affiancare alle misure di ammodernamento dell’economia.



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