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La Germania è tornata. L’Italia naufraga!

Lo aveva annunciato nel gennaio 2014 il presidente federale della Germania, Joachim Gauck, che nel discorso di apertura della 50sima Conferenza Internazionale per la Sicurezza di Monaco di Baviera ha pronunciato un importante discorso nel quale annunciava il “ritorno della Germania”. Le note parole della diplomatica americana Nuland e l’esplodere della crisi in Ucraina alla fine di febbraio sono state la risposta americana al ritorno della Germania?

Non sembra essere fantapolitica.

La Merkel riprende il controllo sulla Ue e con la Russia di Putin, in barba ai Francesi e agli alleati americani in Europa.

Come ha scritto Micalessin, la Merkel umilia gli elettori: sceglierà lei il leader dell’Ue La cancelliera tedesca straccia il trattato di Lisbona: il nuovo presidente non sarà il più votato dai cittadini ma uscirà da una trattativa tra i governi.

L’ex ministro del tesoro Usa, Timothy Geithner, rivela nel suo libro di memorie che “funzionari europei ci proposero di far cadere Silvio Berlusconi”. Geithner scrive che ovviamente “dissi a Obama che non potevamo starci”. Nell’autunno del 2011, quando la drammatica crisi economica aveva portato l’euro ad un passo dal baratro, alcuni funzionari europei avvicinarono il ministro del Tesoro americano Geithner, proponendo un piano per far cadere il premier italiano Berlusconi. Lui lo rifiutò, come scrive nel suo libro di memorie appena pubblicato, e puntò invece sull’asse col presidente della Bce Draghi per salvare l’Unione e l’economia globale.

Il Foglio scrive che nel 2011 il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, disse “I think Silvio is right”. Con questo l’amministrazione Usa si schierò con il governo italiano di Silvio Berlusconi contro l’idea di lasciar commissariare Roma dal Fondo monetario internazionale. Tutto ciò accadde durante il summit G20 di Cannes, e spinse la cancelliera tedesca “nell’angolo”, fino al punto che la voce di Angela Merkel fu rotta dalle lacrime. La fonte non è il Mattinale curato dal deputato berlusconiano Renato Brunetta, autorevole e di parte, ma il Financial Times.

È evidente che siamo di fronte ad uno scontro di vaste proporzioni tra visioni diverse dell’Occidente. Da un lato gli Usa e alcuni paesi europei, dall’altro la Germania con buona parte dell’Ue e la Russia.

Mentre il nostro fiorentino e le sue amazzoni ministre ci illudono di riforme annunciate e poi rinviate, è Romano Prodi che ha capito la gravità della situazione. Il titolo dell’Avvenire del 11 maggio è eloquente: “Prodi: al voto l’Europa si gioca tutto”.



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