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Libia, una e trina

libya oil map

Sarebbe ora che l’Unione europea si svegliasse dal sonno e riconoscesse che avendo permesso alla Francia, con supporto britannico e americano, di abbattere brutalmente il regime di Gheddafi, la Libia ha cessato di esistere come stato. Lasciamo perdere poi la sua sovranità che storicamente è sempre stata debole, fatta eccezione l’epoca dell’eccentrico dittatore. Quanto ai “doveri” di assistenza di “buon vicinato” sarebbe meglio che l’Ue, dopo i magnifici risultati in Siria, Palestina, Georgia e Ucraina, cessasse questa velleitaria politica (che peraltro non sa fare). Dispiace solo per la massa di persone che si fanno attirare nella “tratta dei migranti”, trovando sempre più spesso cattiva accoglienza se non la morte in mare. Insomma, vista l’incapacità dell’Ue a mettere in atto qualcosa che sia veramente simile ad un’accoglienza dei migranti, condivisa tra tutti i suoi membri, sarebbe ora di smetterla con la litania all’individuazione di ogni barcone. Invece della litania, visto che non vogliamo accoglierli, si dovrebbe avere il coraggio di mettere in atto un respingimento di tutti coloro che arrivano. D’altra parte, anche per lunga esperienza, posso dire che il 99% di casi riguarda persone che non rientrano nella categoria dei rifugiati, cioè di persone effettivamente in fuga da una manifesta persecuzione, ma di migranti generici (neanche troppo poveri, visto che possono pagare il pizzo a chi li trasporta). Mi ricorda l’annoso caso dei “boat people” del Vietnam che alla fine, dopo quasi trent’anni, si risolse con la fine dei visti di accoglienza e di resettlement, tanto che l’Onu mise in atto il Comprehensive Plan of Action (Cpa) allora guidato dal compianto Sergio Viera de Mello, per “facilitare il ritorno volontario in Vietnam”.

Quanto alla Libia, difficile aggiungere molto dopo l’ottimo intervento di Nicola Pedde. Tuttavia, un flash mentale mi fa vedere una Libia con tre direttrici. La Cirenaica collegata all’Egitto; la Tripolitania collegata all’Algeria; e il Fezzan abbandonato al suo destino desertico. Insomma, le due regioni con valenza energetica si “appoggiano” ciascuna al vicino più grande, tramite il quale esportare il prezioso greggio. Mi si dirà che è fantapolitica, ma a volte l’immaginazione può diventare realtà.

 



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