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Perché sì a una Leopolda di centrodestra. Un paio di risposte a molte obiezioni

L’articolo di ieri su Formiche.net in cui suggerivo una Leopolda per il centrodestra ha scatenato numerose reazioni sulla rete e sui social. Ha visto la partecipazione al dibattito di alcuni giornalisti di spicco come Daniele Bellasio che nel suo blog sul sito del Sole 24 Ore ha rilanciato l’idea e Oscar Giannino che ha risposto twittando: “Siamo sempre lì: qualcuno a destra pronto a scomunica rischiando proprie idee. Da fuori, opera improba.”

L’OBIEZIONE PIU’ COMUNE

L’obiezione più ovvia e comune è stata: “Sì, ma chi fa il leader?”. Siamo tutti concordi sul sempre più accentuato leader-centrismo della politica italiana, ma questo non può diventare l’alibi per non inventare qualcosa di nuovo. I leader non s’inventano, ma si costruiscono. Questi devono farsi spazio e avanzare nella competizione politica. La ricerca spasmodica del leader fa perdere di vista la necessità di un progetto perché una nuova classe dirigente possa emergere. La storia può venire in soccorso: nessuno conosceva Barack Obama (un giovane e dei tanti senatori americani), ma piattaforma ideale, capacità personali e spazio di competizione offerto dalle primarie hanno permesso a questo di vincere le presidenziali. David Cameron, primo ministro inglese, prima di diventare deputato e scalare il partito nel giro di un paio d’anni ha lavorato per 7 anni come sconosciuto uomo d’affari in società private nell’ambito della finanza.

CHE COSA SERVE AL CENTRODESTRA

Ciò che sembra oggi primario è quindi creare una comunità, una struttura, una vetrina dove una nuova partecipazione possa far trovare nuovi leader tanto a livello nazionale quanto a livello locale. I leader non sono una sostituzione calcistica: sono allo stesso tempo figli di processi lunghi e d’occasioni immediate. Al centrodestra mancano gli uni e le altre: vanno create con un evento costituente.

SI’, MA CON CHI?

In politica serve sempre una buona dose di realismo: una Leopolda del centrodestra non può essere una operazione di piccolo cabotaggio né il gruppetto di giovani che decide di fare politica. Per funzionare deve coinvolgere il numero più alto possibile di personalità che sono disposte a fare politica sulla base dei principi enunciati nel precedente articolo. Per cui: venga la spinta dal basso cioè dal mondo della cultura, dei giornali, dei blog, delle amministrazioni locali per spingere mediaticamente e politicamente un evento o una serie di eventi che devono vedere la partecipazione dei leader dei vari partiti, dei rappresentanti delle anime del centrodestra, dei parlamentari che ci stanno su questi obiettivi. La missione è: dialogare sull’unità, costruire un programma, ascoltare i cittadini nelle loro varie declinazioni sociali ed economiche, capire se esistono le condizioni per darsi delle regole condivise nella scelta dei candidati.

SI’, MA CON QUALI SOLDI?

Molti si sono abituati male: tra il finanziamento pubblico e il finanziamento di Berlusconi sembra che il partecipante medio del centrodestra non sappia come organizzare una kermesse. Si proponga un progetto chiaro e quanto più condiviso che venga raccolto (vedi paragrafo precedente) da quante più persone possibili. I soldi si trovano coinvolgendo il mondo economico e finanziario (Renzi insegna) e con meccanismi di crowd funding molto virali.

NON SIA PICCOLO CABOTAGGIO

Concludendo, possiamo dire che l’idea di una Leopolda di centrodestra oggi è folle e forse ai limiti della realtà, ma per questo potrebbe funzionare e aiutare a rimettere in piedi la baracca. E’ un sasso lanciato nello stagno. Probabilmente non sarà colta, ma se lo deve essere non sia di piccolo cabotaggio. Non diventi la riunione di corrente o di partito allargata né la reunion dei trombati né l’evento-contentino dei giovani frustrati per la situazione né il solito consesso “terzista” infarcito di establishment e poca decisione. Queste sono tutte iniziative meritevoli, importanti per lo sviluppo dei rapporti umani e politici, ma non sono processi capaci di dare la scossa ad un’area politica.

Se Leopolda sia, sia Leopolda vera: ampia, partecipata, variegata, plurale, innovativa. Sia la cosa più simile ad una costituente per dare al centrodestra non solo un nuovo aspetto, ma anche una nuova anima e un nuovo meccanismo.

Ecco tutti gli approfondimenti di Formiche.net sulla proposta “Una Leopolda di centrodestra”:

Serve una Leopolda di centrodestra. L’intervento di Lorenzo Castellani

Viaggio tra i masochisti di Centrodestra. Il corsivo del direttore di Formiche.net, Michele Arnese

Leopolda, perché si e perché no. Il post di Marcel Vulpis

Meglio una Leopolda della democrazia. Il post di Carlo Violati

Una Leopolda serve ai Liberali. Il post di Piero Cecchinato

Una stazione di partenza per la destra. Il post di Giuseppe Tatarella

Vi spiego perché una Leopolda in stile renziano è impossibile per il centrodestra. Intervista a Massimo Cacciari


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