“Il calcio? Non può più essere mantenuto dallo Stato, qui chiudono aziende e pmi figurarsi se si può foraggiare il pallone”. E’ il giudizio tranchant che dà del caso Olimpico durante la finale di Coppa Italia, il giornalista Rai Giancarlo Governi, tifoso laziale, alla vigilia dell’uscita del suo libro “In volo con l’Aquila”. Governi traccia un bilancio dell’esperienza Daspo e al presidente Claudio Lotito manda a dire che…
Secondo il presidente della Lazio, Claudio Lotito, il Daspo a vita non serve a nulla: è così?
No, perché almeno ha ripulito gli stadi assieme alla tanto vituperata tessera del tifoso. Lo dimostra il fatto che gli incidenti si verificano all’esterno e non all’interno degli stadi. A questo punto andrebbe previsto un Daspo anche all’esterno ma sappiamo tutti che non è possibile.
Chi ha ragione sul caso Olimpico?
Io sto con Renzi, ha ragione quando dice che in questo momento di assoluta crisi lo Stato non può continuare a mantenere l’ordine pubblico pagando le ingenti spese di straordinari in occasione delle partite di calcio. A Roma si sono spesi circa cinquecentomila euro: mi chiedo per quale motivo. Alla maggior parte dei cittadini che in questi anni sono in grosse difficoltà non interessa della partita in sé, qui ci sono aziende che chiudono, fiotte di disoccupati e ci permettiamo il lusso di spendere queste cifre quando poi le stesse forze dell’ordine non hanno il carburante per i loro mezzi? Volete giocare le partite mettendo a rischio le città? Benissimo, fatelo, ma pagate di tasca propria e non aspettate che lo Stato foraggi le spese.
Con l’utilizzo di una sorta di polizia privata?
No, non dico questo: le società all’interno degli stadi devono assicurare il servizio steward ma all’esterno non si può derogare il servizio d’ordine. Certamente devono continuare a garantirlo Polizia e Carabinieri, ma ripartendo le spese fra le società. Non c’è niente da fare, capiscano che il calcio in Italia non può più essere mantenuto. Ma Lotito ha aggiunto che prima il governo “ci faccia fare gli stadi di proprietà”.
Un’occasione significativa per cambiare?
Certo, ma solo se a pagare saranno le società e non lo Stato. Assieme alle infrastrutture che nuovi stadi comporteranno. Dovranno pagare tutto, anche le tasse. Le società non hanno compreso come oggi i tempi siano completamente cambiati. Qui chiudono aziende e pmi figurarsi se si può foraggiare il pallone. In Italia non esiste alcuna attività che possa essere mantenuta. Abbiamo smantellato lo stato sociale, i diritti, fra poco smantelleremo anche la sanità e dobbiamo continuare a pagare il calcio? Stiamo scherzando?
Chiuderà anche il calcio?
Sì. Chi se ne importa. E lo dice uno che lo ha amato da molti anni e lo continua ad amare. Ma a questo punto faccio un discorso da cittadino italiano, in questo ha perfettamente ragione Renzi.
Quante colpe hanno le società sulla guerra degli ultrà?
Molte, perché hanno permesso che il tifo ultrà diventasse il ricettacolo della protesta sociale, con tutte le frange politiche estremistiche escluse dalla storia.
Il Prefetto Pecoraro elogia la battaglia solitaria di Lotito contro gli ultrà: un esempio positivo?
Non bisogna confondere la contestazione a Lotito con la guerra agli ultrà. La prima ormai è generalizzata e non si riesce più a trovare nel tifo ultrà, compresi i colletti bianchi in giacca a cravatta, chi spenda una parola buona nei suoi confronti. Si pensi che la curva Maestrelli, storica location dei laziali, è ormai mestamente vuota durante le partite. Lotito è riuscito ad inimicarsi tutti, perché non sa comunicare, perché rinfocola gli animi anziché placarli e poi perché avrebbe dovuto combattere la minoranza del tifo, non respingerlo in toto.
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