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Renzi, gli insulti e l’informazione

Renzi negli ultimi comizi per le elezionio europee, tenuti in alcune piazze d’Italia si è lamentato perchè dagli avversari sono volati solo insulti, anzichè proposte. Renzi, oltre ad essere di memoria labile, non conosce la favola latina di Fedro delle “due bisacce”, per cui si guarda sempre quello che c’è davanti e mai ciò che c’è dietro. Solo per osservare della inaudita veemenza con cui è sceso nella disputa elettorale, dimenticando completamente il proprio ruolo di presidente del consiglio. Senza dire poi dell’utilizzo della sede del Governo (Pal. Chigi) per chiudere la campagna elettorale come segretario del PD. Una vera e propria caduta di stile.

Renzi, inoltre, non dovrebbe dimenticare il suo repertorio di insulti agli avversari interni del PD e degli altri partiti. Abbiamo ben chiaro il ricordo di rottamati, asfaltati, pagliacci cioè tutto un almanacco minaccioso, che ha acuito divisioni e contrasti. Il capo del governo, anche se nominato, dal capo dello Stato, non dovrebbe tralasciare di essere il capo del governo di tutti gli italiani. E se Renzi è questo, allora vale la pena essere “prudenti” nel valutare il suo operato.

Una chiosa finale: i mezzi di infomazione tutti, la smettano di versare lacrime di coccodrillo e fiumi di inchiostro e di parole sull’asprezza e sugli insulti violenti lanciati dai vari esponenti politici dei diversi partiti in questa campagna elettorale. Essi per primi fomentano contumelie, improperi, ingiurie, insolenze alzando i toni per vendere copie o fare ascolti, trascurando il principio deontologico essenziale: informare lettori e ascoltatori secondo verità.



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