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Scuola, 4 consigli a Matteo Renzi

Riceviamo e voletieri pubblichiamo

Da bravi scolaretti, noi della CONFEDIR abbiamo risposto alle 44 domande del maestro Renzi, relative alla possibile riforma della P.A., ipotizzata dal governo.
Abbiamo fatto “ i compiti a casa”, anche se molti delle 44 domande erano fuori tema, ossia non riguardavano tanto la P.A. quanto l’organizzazione generale dello Stato e del Parastato. Esempi? La unificazione di ACI e motorizzazione, l’abolizione delle Camere di Commercio.

PARTIRE DALLE FONDAMENTA

Abbiamo fatto i compiti, ma – adesso – vorremmo dire la nostra. Non tanto sull’aver sostituito la concertazione sindacale (su temi così vitali per il nostro Paese) con quesiti-web, che nessuno sa se verranno letti, valutati, considerati. Quanto piuttosto sul fatto che, se si vuole cambiare l’Italia, si dovrebbe – anzi, si deve – partire dalle fondamenta. Ossia da una seria RIFORMA SCOLASTICA. Se il Paese è così malridotto, è colpa della crisi. Ma non solo e non tanto della crisi economica quanto della crisi familiare, scolastica, civica.

L’ASSETTO SCOLASTICO

Modificare il ruolo delle famiglie non è facile. Un po’ più facile (ma comunque impegnativa) resta la modifica dell’assetto scolastico. No, non parliamo qui della scuola che vorremmo, con potenziamento dell’istruzione tecnica, con la diffusione degli ICT (ossia della sommatoria tra teoria e pratica), con l’adeguamento degli indirizzi scolastici e dell’università sulla base delle necessità del mercato e del Paese. Cose importanti, ma ovvie, per evitare di creare migliaia di diplomi e di lauree inutili per il lavoro.

IL RUOLO SOCIALE DEGLI INSEGNANTI

No, ci riferiamo alla necessità di RIDARE UN RUOLO SOCIALE ed UNA DIGNITA’ PROFESSIONALE RICONOSCIUTA (non solo implicita, come ora) alle FIGURE degli INSEGNANTI e dei PRESIDI, ora detti “dirigenti scolastici”. Pochi sanno che, tempo fa, la CONFEDIR ha editato un volume sulla figura del dirigente pubblico. Contiene sia gli aspetti teorici che aspetti pratici. Tra questi ultimi, una serie di tabelle riassuntive sulle tipologie e sugli elementi stipendiali dei dirigenti pubblici, inclusi i dirigenti scolastici.

MARIANNA MADIA IGNORA LA SCUOLA

Il volume è stato consegnato, un mese fa, dalla Confedir alla MADIA, che, forse, l’ha letto di corsa, perché tra i 44 punti sopra citati non ve n’è uno che sia dedicato alla scuola.
Ed allora, Noi della CONFEDIR, vorremmo integrare il nostro compitino con una serie di considerazioni specifiche per il mondo della scuola e dei dirigenti scolastici.
Sono considerazioni tratte da uno studio del Prof. Attilio Fratta, Segretario Aggiunto Confedir per la Scuola.

LE CONSIDERAZIONI DI CONFEDIR

In breve:
1) Il dirigente scolastico è organo di vertice; non soggiace a rapporti di gerarchia, è organo di governo; è responsabile della unitaria gestione delle risorse strumentali, finanziarie ed umane; riassume in sé competenze plurime, prima spettanti all’amministrazione centrale e periferica (es: carriera scolastica; stato giuridico del personale; potere disciplinare..); è titolare di attività negoziali e delle relazioni sindacali…; ha responsabilità penali ed amministrative;

2) Insomma è “molto più dirigente” di altri dirigenti – non scolastici – di IIa fascia, sottoposti alla direzione, al coordinamento ed al controllo del direttore generale, anche con potere sostitutivo (ex art.16,d.lgs.165/01).

3) Nonostante questa situazione, i dirigenti scolastici sono penalizzati sul piano normativo (area di collocazione; tipologia di fascia) e, soprattutto sul piano economico.

4) Infatti non sono collocati nell’Area I (Ministeri, prima e seconda fascia) ma nella “riserva indiana” dell’Area V (Dirigenti scolastici, ruolo unico). Non si tratta di un puro caso ma di una precisa scelta.

5) Infatti, dal confronto tra le retribuzioni dei dirigenti della P.A., si evidenzia che il DIRIGENTE SCOLASTICO percepisce circa 23.000 euro in meno di un dirigente amministrativo del MIUR (che ha meno responsabilità…) per valori molto inferiori della RETRIBUZIONE di POSIZIONE (parte fissa e variabile). Insomma, chi ha più oneri ed obblighi meno ha come retribuzione legata alle specifiche funzioni!

DIRIGENTI A CONFRONTO

Così va l’ITALIA. Un “preside” guadagna di meno, molto di meno del 90% di tutti gli altri dirigenti della P.A., a parità di responsabilità e funzioni! Guadagna di meno, sia in termini assoluti che in termini relativi (valore orario/ore settimanali lavorate). E’ uno scandalo che la CONFEDIR denuncia da mesi. Uno scandalo dovuto ad una serie di contratti in perdita, uno scandalo che non fa onore alla parte pubblica.

LE RICHIESTE A RENZI

Ora, NOI della CONFEDIR, CHIEDIAMO A RENZI PEREQUAZIONE e GIUSTIZIA. Se RENZI rappresenta il nuovo, ebbene, incominci a pensare anche alla scuola, basilare per la costruzione di un nuovo Paese! Ci attendiamo azioni concrete: noi conosciamo i problemi e noi possiamo contribuire a risolverli!


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