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Vi svelo il successo della serie Gomorra

Nel cast della fortunata serie Gomorra in onda ogni martedì su Sky Atlantic e su Sky Cinema 1, Maria Pia Calzone interpreta una delle figure più complesse. Moglie del boss Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) e madre di Genny (Salvatore Esposito), Imma si rivela un personaggio terribile, misterioso e anaffettivo.

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Napoletana di adozione, laureata in Lettere all’Istituto Orientale di Napoli e diplomata al  Centro Sperimentale di Cinematografia, Calzone è approdata a Roma da ragazzina su incoraggiamento di Lello Arena.

A Gomorra è arrivata invece “all’antica” dopo una convocazione e circa 6-7 provini. Una scelta non molto convenzionale, di cui si dice ancora sorpresa: “Non pensavo mai scegliessero me per un ruolo così radicato nel territorio tra tante brave attrici napoletane”, confessa l’attrice in una conversazione con Formiche.net.

CHI E’ IMMA
Ma chi è Imma Savastano? “Imma è una donna profondamente radicata nella sua comunità, molto scaltra e intelligente, devota al marito. È una first lady annoiata. Sta un passo indietro rispetto al marito perché quello è il suo ruolo. Quando per una serie di vicissitudini interne alla sua famiglia si verrà a creare un vuoto di potere Imma si troverà a compiere delle scelte in prima persona per il bene del clan. Anche se questo vorrà dire disobbedire al marito o essere spietata con il figlio”.

“Se avesse vissuto in un’altra società – prova ad immaginare Calzone – per le sue caratteristiche Imma avrebbe potuto fare l’avvocato o il poliziotto”.

IMMA E LE DONNE DEL CINEMA ITALIANO
Il personaggio di Imma ribalta la figura cinematografica della donna: “Nel cinema italiano i ruoli per le donne sono spesso secondari. Vivono delle azioni dei partner maschili. Imma può considerarsi un caso molto raro di donna non agita, che prende decisioni”.

A cosa si deve questa rivoluzione? “Questo è stato possibile oltre per una lungimiranza della produzione per una caratteristica realmente presente nel contesto camorristico. La camorra ha queste figure femminili che non sono di contorno, ma prendono in mano la situazione. E questa autorevolezza gli viene riconosciuta dal clan”, spiega Calzone.

Mamma e moglie anche nella vita, Calzone ha faticato però ad assumere alcuni tratti del suo personaggio: “Quando un personaggio è così forte devi subito capire cosa c’è di te in lui che puoi portare e su cosa invece devi lavorare”.

Lavoro che in alcuni casi può rivelarsi molto difficile:  “Una caratteristica che ho fatto fatica ad incorporare è ‘il sospetto’. I personaggi della serie sospettano di tutto, vanno costantemente alla ricerca del non detto. Noi potremmo considerarlo un aspetto paranoico. Incorporare in una forma di sanità mentale, una cosa che sana non è, è stata la cosa più complicata che ho dovuto affrontare per entrare nel personaggio di Imma”.

IL PERICOLO EMULAZIONE
A quanti hanno denunciato il rischio di emulazione di quella che è stata giudicata dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris come l’ennesima rappresentazione criminale della città, Maria Pia risponde: “Sono certa che ad un potenziale rischio di emulazione corrisponderanno moltissime prese di coscienza su questo problema. Nella serie non c’è stata alcuna esaltazione del male, non ci sono scene in cui si gode dell’essere malavitosi. I personaggi seppur resi affascinati dallo sceneggiato sono talmente orribili che non hanno via di scampo se non quella della morte”.

L’INFLUENZA DI SAVIANO
Sono trascorsi 8 anni dal libro di Saviano e 6 dal film di Matteo Garrone, ma il filone narrativo di Gomorra non si è ancora esaurito. “La serie esplora elementi del libro non trattati dalla versione cinematografica – commenta l’attrice – calati in una storia originale che potendosi sviluppare su un arco narrativo più lungo consente agli sceneggiatori di attingere al materiale di Saviano in maniera assai produttiva e realistica. 

IL RISCONTRO ALL’ESTERO
Gomorra rappresenta per la critica un notevole passo avanti della fiction italiana, ritenuta capace finalmente di concorrere con le più moderne serie Tv americane. “La serie è stata realizzata per vendere, per renderla appetibile ad un pubblico internazionale.  Quando si fanno le cose bene gli stranieri apprezzano”.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO 

Ma affinché ciò accadesse la produzione e Sky hanno dovuto offrire dei mezzi, anche economici, puntando su un cast che si sta rivelando vincente: “Se il cast funziona è perché è un cast fatto per funzionare. È durato mesi e tutti i reparti sono composti da professionisti di grande esperienza”, commenta Calzone.

Il progetto di Gomorra nasce dalla capacità visionaria di Sky e di Andrea Scrosati e trova nei tre registi gli interpreti perfetti di questa visione. Di Francesca Comencini Maria Pia racconta: “lei per me è un mito, una persona che non ha paura mettere in mostra la sua femminilità che per noi donne a volte vuol dire anche fare i conti con le proprie fragilità. Con lei grande sintonia e complicità”. Claudio Cupellini “ha una dote importantissima per un attore; quella di trasmetterti chiaramente quello che vuole e come lo vuole. E quando è così sai di avere un grande paracadute.” Infine Stefano Sollima: “Una volta gli ho detto che se rinasco voglio rinascere Stefano Sollima: ha un buon carattere, ti fa sentire protetta, ha saputo gestire tutto alla perfezione, anche la lunghezza delle riprese”.

Per la protagonista femminile della serie la lavorazione è stata soprattutto un occasione di incontri umani gratificanti: “Ho avuto la fortuna di incontrare un binomio di professionalità e qualità umane che mi ha messo nelle condizioni ideali per svolgere il mio lavoro al meglio – commenta l’attrice – e quando è così è tutto più semplice”.

I PROGETTI FUTURI
Calzone vive però il successo che la sta investendo in queste settimane con molta calma. “Mi comporto come una che ha già elaborato il lutto – scherza l’attrice – È tutto così effimero”.

Dopo ruoli molto forti, in passato ha interpretato la Vergine Maria ne “L’inchiesta” e un transessuale in “Mater Natura”, Maria Pia adesso sogna la commedia all’inglese: “In Italia solo in poi riescono a fare belle commedie. Virzì è uno di questi”.

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