Ma come si permette Matteo Giamburrasca Renzi di accusare i funzionari del Senato di boicottaggio? Sostenere pubblicamente che i tecnici del Servizio bilancio mentono e hanno avanzato a bella posta, nella ‘’Nota di lettura’’ del decretone, delle riserve sulla copertura al bonus Irpef soltanto perché il governo ha messo un tetto alle loro retribuzioni, è un atteggiamento non solo scorretto, ma repressivo, al limite del golpismo. E ha agito bene il presidente Pietro Grasso nel difendere l’istituzione che rappresenta.
CHE COSA FA IL SERVIZIO BILANCIO DEL SENATO
Il Servizio Bilancio del Senato, al pari di quello della Camera, è un ufficio chiamato ad esprimere con autonomia, autorevolezza e competenza, una valutazione sui testi sottoposti alla approvazione delle Commissioni e dell’Assemblea al fine di favorire un procedimento legislativo corretto, fornendo elementi di giudizio ai parlamentari per il loro lavoro. Si tratta, quindi, di una funzione istituzionale che aiuta la politica pur senza condizionarne le decisioni.
COPERTURE FINANZIARIE CERCANSI
Il Documento compie una doverosa e puntuale disamina del provvedimento, nel suo complesso, ma un particolare interesse è rivolto alla questione degli 80 euro in busta paga e alla effettività delle coperture finanziarie in considerazione dell’onerosità dell’operazione, delle aspettative suscitate e del significato politico attribuito a tale misura.
I DUBBI COSTITUZIONALI SUI TAGLI AI CONTRATTI
In primo luogo, i tecnici esprimono dubbi sul taglio del 5% dei contratti in essere per la fornitura di beni e servizi, in quanto, a loro avviso, potrebbe scaturire un contenzioso di esito incerto. Per quanto riguarda la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia dal 12% al 26%, in un’unica soluzione al posto delle precedenti tre rate, la Nota ipotizza, oltre al rischio di incostituzionalità, una sovrastima dell’eventuale gettito.
I VERI EFFETTI SULL’AUMENTO DELLA TASSAZIONE SUI DEPOSITI
Quanto all’incremento, dal 1° luglio, della tassazione delle rendite finanziarie dal 20% al 26%, l’ufficio del bilancio fa notare che occorrerebbe stimare anche l’effetto sostituzione nelle scelte dei risparmiatori, verso altri beni più convenienti. E’ questa una cautela doverosa da assumere quando si gestiscono importanti poste di bilancio.
CAPITOLO IRAP
Quanto al taglio dell’Irap, secondo la Nota, potrebbe determinarsi una maggiore perdita di gettito rispetto alle previsioni. Anche per ciò che riguarda i recuperi dalla lotta all’evasione mancherebbero indicazioni più precise sugli strumenti e le metodologie di intervento.
DUBBI SUL GETTITO IVA
Infine, anche per il maggior gettito Iva che si suppone derivare dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, vi sarebbe un’inadeguata considerazione degli effetti delle compensazioni.
PIU’ TASSE, ALTRO CHE MENO SPESE
In conclusione, poi, l’insieme di tali preoccupazioni viene raccolto in una considerazione di fondo: al dunque, risulteranno più attendibili, praticabili e praticate, le norme che assicurano maggiori entrate fiscali rispetto a quelle che si propongono riduzioni di spesa.
LE CLAUSOLE ASSENTI DI SALVAGUARDIA
Si dirà che, come sempre, sono previste, alla fine dei conti, clausole di salvaguardia che assicurerebbero comunque la copertura ovviamente nel modo più diretto e sicuro: gli incrementi della tassazione, magari delle solite accise. La Nota, però, lascia intendere, nella parte finale che anche questa ‘’ultima ratio’’ sta per essere preclusa, perché troppo a lungo abusata. ‘’In merito alla clausola di salvaguardia – è scritto nel documento – posto che l’attivazione della garanzia ivi prevista dovrà essere attivata al fine di assicurare l’invarianza degli effetti di gettito per l’erario contabilizzati per il solo 2014, va rilevato, come già segnalato in precedenti occasioni, che l’efficacia di tali clausole, predisposte ai sensi dell’articolo 17, comma 12, della legge di contabilità, mediante il previsto innalzamento delle aliquote dei tributi la cui base imponibile presenta di norma un elevato grado di anelasticità, oltre ad essere subordinata alla emanazione di appositi provvedimenti amministrativi, potrebbe rivelarsi fallace alla luce della fase economica in atto e della riduzione dei consumi che ne è conseguita. Siffatti meccanismi potrebbero pertanto doversi misurare con il problema della loro parziale efficacia a fronte degli oneri da dover compensare’’.
ECCO IL GIUDIZIO DEL SERVIZIO BILANCIO DEL SENATO
In poche parole, la Nota (anche riprendendo precedenti considerazioni della Corte dei Conti), ipotizza non solo che la clausola di salvaguardia dovrà essere attivata (perchè le misure di copertura non funzioneranno), ma che anche tale attivazione potrebbe risultare inadeguata. ‘’In tal senso – precisa ancora il Documento – deve registrarsi, a conferma della problematicità in sé di prevedere una corretta stima ex ante degli effetti di retroazione per l’erario, in termini di maggior gettito in conto IVA, derivanti da misure di accelerazione dei pagamenti da parte delle Amministrazioni pubbliche, lo scorso anno, l’emanazione del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 30 novembre 2013, di attivazione della clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 15, comma 3, del decreto-legge n. 102/2013 (c.d. Decreto IMU), a cui venivano associati, tra gli altri, gli effetti di maggiore gettito IVA attesi, nel medesimo anno, pari a 925 milioni di euro con la constatazione di un gettito realizzato pari a soli 540 milioni di euro, per un importo equivalente ad appena il 58,3 per cento di quello originariamente previsto’’.
PALLA DI NEVE IN ARRIVO
Se si volesse spiegare con una battuta quanto scrive in proposito l’Ufficio del bilancio, basterebbe dire: ‘’Attenzione. Con le clausole di salvaguardia abbiamo già dato ’’. Esiste un limite anche per la tassazione di quelli che chiamano ‘’beni anelastici’’, come le accise sulla benzina o il tabacco. Gli Usa sorsero in seguito ad una ribellione delle élite delle Colonie d’Oltreoceano contro la madrepatria che aveva messo un’imposta sul tè (No taxation without representation). Fu la classica palla di neve che ben presto si trasforma in una valanga.