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3 ottime ragioni per un mister Pesc italiano

L’Italia lavora per portare Federica Mogherini sulla poltrona di Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue.

E una sua candidatura, per il momento ancora un’ipotesi, incassa già il gradimento di alcuni omologhi europei.

Il nome della titolare della Farnesina circola con insistenza a Bruxelles e assieme al suo quello di altri autorevoli rappresentanti italiani che godono di stima e fiducia sul piano internazionale.

Impossibile non scorgere in questi primi endorsement un riconoscimento al recente exploit europeo di Matteo Renzi, che ha trasformato il Pd nel più consistente tra i partiti che compongono il Pse nel Parlamento di Strasburgo. Un’affermazione netta per il presidente del Consiglio, che ora, per dirla con le sue stesse parole, si prepara a “cambiare verso” all’Europa dell’austerity.

Ma la possibile scelta di un Mr o una Mrs Pesc italiani testimonia anche la consapevolezza del ruolo non secondario che il nostro Paese – confine d’Europa e ponte nel Mediterraneo verso l’Africa e il Medio Oriente – riveste in settori strategici come la sicurezza comune. Un aspetto reso ancora più chiaro dalla perdurante crisi libica, che si intreccia drammaticamente con l’avanzata irachena dei jihadisti dell’Isis e con la necessità di governare meglio i flussi migratori che finanziano il terrorismo internazionale.

Soprattutto, puntare su un Commissario italiano sarebbe la definitiva presa d’atto che i risultati del rappresentante uscente, la britannica Catherine Ashton, siano stati al di sotto delle attese; una convinzione rafforzata dai venti di guerra fredda che spirano su Kiev, crocevia dei destini energetici e quindi anche economici di buona parte dei Paesi dell’Unione.

E chissà, forse nel momento di scegliere chi candidare per questo delicato incarico, il premier potrebbe essere tentato di non rinunciare all’apporto del ministro Mogherini a Roma, evitando così anche di scompaginare l’assetto ministeriale e governativo; in tal caso sarebbe parimenti un successo per l’Italia anche una soluzione differente, come quella di fare affidamento sulle qualità del vice ministro degli Esteri Marta Dassù. Si vedrà



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