Skip to main content

Acea, chi ha vinto e chi ha perso nell’assemblea domata dal sindaco Marino

Chi vince e chi perde nella guerra attorno all’Acea? L’assemblea della multiutility romana svoltasi ieri ha deciso per la rottura con il passato: al posto del cda “figlio” della Giunta Alemanno, Ignazio Marino ha nominato un nuovo board con regole e numeri differenti: meno costi e consiglieri ridotti da nove a sette. Ecco una ricostruzione dei passaggi più significativi dell’assemblea.

MARINO ROTTAMATORE

Gallo e Cremonesi: ovvero i due nomi legati alla passata gestione. Con Paolo Gallo alla testa dell’Acea il titolo era cresciuto del 148% in Borsa, così come rammentato durante l’assemblea da Lupo Rattazzi (GL Investimenti) che al nuovo ad in pectore, Alberto Irace, ha consigliato di “portar avanti la strategia di Gallo e dimostrare al mercato di non essere condizionato dal Campidoglio”.

LE PAROLE DEL PRIMO CITTADINO

Durante l’assemblea il sindaco Ignazio Marino è intervenuto su ogni punto dell’odg: “Si è trattato di scelte nel merito, non per appartenenze politiche”. E’ grazie “a me se il nuovo cda costerà il 30% in meno di quello che è costato fino ad oggi”. E ancora: “La società ha speso circa 15 milioni di liquidazione per risoluzioni anticipate per fare posto a nomine di ogni genere. Come risulta dal suo stesso sito, distribuisce contributi a pioggia a soggetti e iniziative dei più disparati generi; ha ristrutturato le stanze di amministratori per decine di migliaia di euro; ha incaricato due prestigiosi studi legali per esaminare e cercare di contestare la richiesta di convocazione del socio di maggioranza. Convocazione che ha poi dovuto disporre esattamente per come era stata richiesta”.

RISARCIMENTI

Circa le richieste di risarcimento che potrebbero essere avanzate dagli amministratori decaduti, ha sottolineato che “giova replicare che qualsivoglia ipotesi di ristoro, ove mai accampato, potrà essere agevolmente contrastata da Acea per l’essere implicita revoca anche assistita da plurime e robuste ragioni di giusta causa”.

I NUOVI VERTICI

La nuova Acea (con l’ok del cda alla proposta di ridurre il numero di componenti del Consiglio da nove a sette) sarà guidata da Catia Tomasetti, eletta anche presidente, Alberto Irace, Elisabetta Maggini, Paola Profeta, Francesco Caltagirone, Giovanni Giani e Diane D’Arras. Il board targato Marino porta in dote una riduzione netta delle uscite: il nuovo cda peserà per 792.000 euro, contro gli oltre 2 milioni di euro corrisposti nel 2013.

IDEA RIFIUTI

La grande scommessa dei rifiuti, la definisce Paolo Foschi sul Corriere della Sera, ovvero l’idea del sindaco Marino: ampliare il business della municipalizzata sino al settore dei rifiuti, con l’iniziale freddezza degli azionisti privati che non sarebbero dell’idea di accollarsi il rischio di inefficienza dell’altra municipalizzata, l’Ama. Ma il chirurgo insite: “Serve un’alleanza tra Acea e la città”.

CHI HA VOTATO E COME IN ASSEMBLEA

Il colpo di scena ha interessato non tanto nomi o volti ma la composizione materiale del voto. Al di là del 68% “made in Campidoglio” con la nuova presidente Tomasetti e il probabile nuovo ad Irace, e le due donne Profeta e Maggini, è stato il colpo di biliardo dei francesi di Suez a impressionare per determinazione e compattezza. Portano a casa due caselle, contro la sola di Caltagirone.

LE INDICAZIONI DEI SOCI

I primi quattro nomi del nuovo cda sono stati proposti dal Campidoglio, mentre gli ultimi due dal gruppo Suez (Giovanni Giani e Diane D’Arras). I privati si sono detti contrari al nuovo cda ridotto, quindi alla linea espressa dal sindaco di Roma. Che però ha di fatto vinto.

COME E’ ANDATA PER CALTA

L’altro socio privato, Fincal, resta con un solo rappresentante, ovvero il figlio Francesco Caltagirone jr, raccogliendo un 2% in più in assemblea grazie al supporto della GL di Rattazzi e Malagò (1,6%). Anche se nessuno dei protagonisti sottoscrive ufficialmente i termini dell’accordo per via dei riverberi che ci sarebbero in seno alla Consob. Caltagirone ha osservato che “la riduzione non consente l’equilibrata rappresentanza in seno all’organo di gestione”.

VOCE AI FRANCESI

Si tratta dei riconfermati Giovanni Giani e Diane D’Arras forti dell’esser riusciti a coagulare un 5% in più rispetto ai normali consensi e portando a casa un buon risultato finale. Strategico è stato il riposizionamento dei fondi internazionali, come il 2,02% di Norges Bank, che hanno pesato a favore di Suez Environnement.

LE ACCUSE DI LUPO RATTAZZI

Il delegato di GL Investimenti (di cui fa parte anche Giovanni Malagò) rivolge accuse pesanti a Marino: “Esprimo tutto il mio disappunto e la mia frustrazione. Il sindaco nulla ha detto sulla strategia. Questa è una decisione politica, un’azione che mira alle poltrone. In alcune stanze del Comune me l’hanno detto chiaro: ‘Mandiamo via Gallo perché non è un uomo nostro’. Comportamento che nuoce alla reputazione dell’Italia sui mercati internazionali. Eppure Acea gioca in serie A, nel campionato delle quotate, non in quello Ama o Atac”.

twitter@FDepalo



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter