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Il bilancio degli AMX rientrati dall’Afghanistan

Sono rientrati oggi a Pratica di Mare, alla presenza dei vertici dell’Aeronautica Militare e in assenza di rappresentanti del Governo, i tre caccia AMX dell’Aeronautica Militare, che dal 2009 hanno partecipato – unitamente agli altri assetti della Difesa – all’operazione Nato “International Security Assistance Force” (Isaf) in Afghanistan. I tre caccia – uno è rimasto negli Emirati per problemi al sistema di condizionamento – sono atterrati sulla base assieme a due cacciabombardieri Tornado, a due Eurofighter-Typhoon e ad uno dei Tanker KC-767A, in dotazione alla Forza Armata.

I NUMERI DELLA MISSIONE

“Si è trattato – ha detto il capo di stato maggiore dell’AM, generale Pasquale Preziosa, dopo aver accolto gli equipaggi – della missione fuori area più lunga dai tempi della seconda Guerra Mondiale. I nostri assetti sono rientrati dopo aver totalizzato in teatro quasi 10.000 ore di volo in oltre 3.100 missioni ed aver acquisito migliaia di obiettivi, a testimonianza di uno sforzo logistico compiuto secondo le indicazioni ricevute”. “Per questi cacciabombardieri – ha aggiunto Preziosa -, come per il personale sul territorio e la popolazione è stata giocata la partita della sicurezza e garantita al contempo la governance dell’Afghanistan”.

DAL LIBRO BIANCO IL SUCCESSORE

Il rientro degli AMX “che in teatro hanno dimostrato la maturità operativa, così come prima di loro i Tornado”, appartenenti al gruppo di volo “Black Cats”, costituisce una tappa del piano di ripiegamento del contingente nazionale dall’Afghanistan. I velivoli nei 6 anni circa di attività hanno effettuato missioni operative, tra supporto aereo ravvicinato e ricognizione tattica, sia diurne che notturne. “L’AMX – ha detto il capo di SMA – ha svolto il suo compito con precisione e rispetto delle regole di ingaggio, raggiungendo senza alcun danno collaterale oltre 7.500 obiettivi assegnati nelle missioni di attacco e ricognizione. Tuttavia è un aereo vecchio e stiamo lavorando al successore (l’F-35, ndr), ci auguriamo che la sua futuribilità sia garantita dal Libro Bianco”.

CHI RIMANE IN TEATRO

Dopo il rientro degli AMX l’AM continuerà ad operare in Afghanistan con C-130J per il trasporto tattico, YEC-27J Jedi per la neutralizzazione delle comunicazioni avversarie e il contrasto agli ordigni improvvisati e con i velivoli a pilotaggio remoto Predator B per identificazione e acquisizione obiettivi. Tornado e AMX, sono quasi giunti alla fine della loro vita operativa. Il periodo più critico per la Forza Armata per quanto riguarda la prima linea caccia si verificherà attorno al 2018-2022, quando gli AMX dovranno essere rimpiazzati, seguiti a distanza di qualche anno dai Tornado. “Per quel periodo – ha spiegato il generale Maurizio Lodovisi, comandante della Squadra Aerea – dovremo avere una solida capacità operativa con un’altra macchina”. Altra piattaforma che, dati gli scenari, dovrà avere una capacità avanzata: “comando e controllo, condivisione delle informazioni e operatività in real time”.

UN CACCIA UNICO PER PIU’ CAPACITA’

“Per ridurre e riavere una capacità operativa servono dai 10 ai 15 anni di pianificazione”, ha aggiunto Lodovisi, “se saremo costretti a portare avanti per un po’ le macchine, altri interventi di ammodernamento ci saranno, anche se dovremo far fronte alle complessità tecniche connesse con l’aumento delle capacità e alle risorse che questo tipo di intervento comporta”. “L’F-35 che abbiamo indicato come sostituto di questi due assetti avrà il vantaggio principale di riunire in sé tutte queste capacità, permettendo un abbassamento dei costi”. In attesa, tutti gli AMX saranno spostati da Amendola a Istrana, in maniera da concentrare tutta l’attività in prossimità del Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri.


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