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Centrodestra, Circo Barnum o Torre di Babele?

E’ nato prima l’uovo o la gallina? Ovvero, occorre una legge elettorale che favorisca un’evoluzione condivisa del quadro politico oppure tocca ai partiti adattarsi ai percorsi di un provvedimento nato, come Athena, dalla testa di Zeus (quindi, quanto meno cervellotico) Paradossalmente, il voto per il Parlamento europeo (ancorché con legge proporzionale e clausola di sbarramento), ha anticipato quanto succederebbe, alle prossime consultazioni politiche, se si andasse a votare con l’Italicum.

LO SCENARIO CON L’ITALICUM

Il confronto vedrebbe in campo tre poli: il Pd (con dei possibili alleati di sinistra?), il M5s e una coalizione di centro destra, rappattumata con la speranza – direbbe il grande Totò – di una somma capace di fare il totale ovvero di mantenere quel 30% che il voto del 25 maggio 2014 ha conferito ai diversi spezzoni l’un contro l’altro armati. Sarebbe questo il classico caso di una legge elettorale che non accompagna i processi in corso, ma li costringe all’interno di vincoli innaturali.

CENTRODESTRA FRA CIRCO BARNUM E TORRE DI BABELE

E’ vero, non sappiamo che cosa potrà capitare nell’ambito di una politica che ci ha abituati a tutto e al suo contrario con una velocità in altri tempi impensabile. Tuttavia, non è campata in aria l’idea per cui, andando a votare nelle attuali condizioni con l’Italicum, il Pd vincerebbe a tavolino dal momento che è terminata la spinta propulsiva del M5s e la coalizione di centro destra (FI+Ncd+FdI+Lega) somiglierebbe di più a un Circo Barnum (se l’imbonitore fosse ancora l’ex Cav.) o a una Torre di Babele, se a dirigerla fosse una confraternita di leader di seconda fila, litigiosi e conflittuali, alla disperata ricerca del quid.

LA SIMULAZIONE DEL CORRIERE DELLA SERA

Se poi venisse confermata la composizione del voto delle europee, si verificherebbe quello che sembrava un caso di scuola: Forza Italia e la Lega farebbero incetta di seggi pur avendo raccolto meno di un quarto dei voti. Secondo uno studio pubblicato dal Corriere della Sera del 29 maggio scorso, riportando i risultati del 25 maggio su di una consultazione politica con l’Italicum, si avrebbe una Camera composta da 340 deputati del Pd (su 630), 133 del M5S, 106 di FI, 39 della Lega (oltre ai 12 assegnati all’estero). Se il centro destra si presentasse in coalizione, i seggi salirebbero a 165 (121 FI + 44 Lega). Ma non ci sarebbe comunque partita.

LA SOLUZIONE CONSULTELLUM

Dove sta allora l’uscita di sicurezza? Bisogna fare tutto il possibile per andare a votare con il Consultellum (proporzionale con soglie di sbarramento), quello scampolo di legge elettorale ‘’ricevuto in dono’’ dalla Corte Costituzionale nella sentenza che ha cassato il Porcellum.   In questo caso, su 630 deputati, il Pd – sia pure ripetendo il  voto delle europee, si fermerebbe a 270 deputati; il M5s ne otterrebbe 140, Forza Italia 111, la Lega 41, il Ncd 29, l’Altra sinistra 26 (+ 13 per estero e Valle d’Aosta). Considerando il centro destra in coalizione (scelta comunque sconsigliabile perché inutile rispetto alla prospettiva del dopo elezioni) al Pd andrebbero 259 seggi, al M5s 135, al centro destra coalizzato 197 (entrerebbe con 23 seggi FdI, mentre per gli altri partiti le variazioni sarebbero modeste), all’Altra sinistra 26.

LO SCENARIO DA GRANDE COALIZIONE

In sostanza, andando al voto con il Consultellum (nella nostra ipotesi il centro destra deve evitare di coalizzarsi per l’evidente incompatibilità esistente tra i diversi partiti), non emergerebbe una maggioranza, ma sarebbero necessarie alleanze tra i partiti più importanti ed omogenei: Pd, FI ed Ncd. Non vedo alternative migliori. Quale altro interesse potrebbero avere non solo il Ncd, ma anche Forza Italia, se riuscisse a liberarsi della ingombrante presenza di Silvio Berlusconi? In ogni caso sarebbe solo questione di tempo.

Prima o poi la demografia riuscirà – pur rimanendo Berlusconi vivo e vegeto – laddove hanno fallito (in larga misura) anche gli implacabili nemici in toga.

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