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Che cosa penso del Senato renziano

Qualcuno forse dubita che gli Usa siano una ‘’democrazia governante’’? Eppure, grazie a un modello istituzionale ispirato al fior fiore dell’Illuminismo del ‘700, capita normalmente che il Presidente – dopo le elezioni c.d. di medio termine – non abbia più la maggioranza (o ne abbia una stentata) in uno dei rami del Congresso (entrambi elettivi e dotati di potere legislativo, sia pure con funzioni differenti). In Francia, sia Francois Mitterand sia Jacques Chirac hanno continuato a svolgere il loro ruolo ‘’coabitando’’ con governi espressione di una diversa maggioranza.

Chi scrive stenta a capire perché, in Italia, si debba assicurare una adeguata governabilità soltanto adottando soluzioni istituzionali che confinano con l’autoritarismo. Perché se andranno in porto, sulla base delle attuali impostazioni, sia la riforma elettorale, sia quella costituzionale del Senato saremo costretti a fare i conti con un assetto molto sbrigativo: una Camera eletta con il premio di maggioranza a favore di un partito o di una coalizione (tralasciamo pure la questione non secondaria delle ‘’nomine’’ al posto delle preferenze) a cui è consentito quasi tutto, conservando il Senato un ruolo inutilmente decorativo. E non si venga a dire che così ci avvicineremmo al modello tedesco, introducendo una sorta di Bundesrat ‘’de noantri’’. La differenza fondamentale con la Germania sta tutta in una legge elettorale sostanzialmente proporzionale (con soglia di sbarramento) per l’elezione del Bundestag: un meccanismo che non regala niente a nessuno e induce a stringere delle alleanze anche tra forze politiche diverse.

E’ sufficiente incrociare lo sguardo con quello, smarrito nel vuoto, di Antonio Tajani per rendersi conto di quanto abbia contribuito Silvio Berlusconi a garantirgli una brillante carriera nelle istituzioni europee. Il nostro, arrivato nella ‘’zona Cesarini’’ di una partita giocata in modo assai poco brillante, ha promosso – mentre già stava preparando i bagagli per trasferirsi dagli Uffici della Commissione a quelli del Parlamento – l’apertura di una procedura d’infrazione per il suo Paese sulla questione dei debiti della pubblica amministrazione dei confronti delle imprese. Come si chiama un comportamento siffatto in Toscana: maramaldeggiare?

“E’ venuto il momento di alzare il tiro sul terreno politico e programmatico’’. Sono parole di Fabrizio Cicchitto, una delle ‘’menti’’ del Ncd, rivolte all’alleanza con Matteo Renzi. ‘’Siamo Davide contro Golia’’ – aggiunge – ‘’E noi dobbiamo accettare che a un certo punto Renzi diventi autosufficiente, ci mandi al diavolo o apra una crisi di governo’’. Ma se è così, non sarebbe più conveniente per il Davide-Ncd tirare il suo colpo di fionda mentre Golia-Renzi non se lo aspetta?
‘’Senza deputati, Scelta civica non sopravvive. E’ già dura tirare avanti senza elettori’’. Le parole del deputato di Sc, Andrea Vecchio, si commentano da sole.

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