Dopo mesi di speculazioni Alstom, il colosso francese dell’elettricità e dei trasporti, sembra sul punto di cedere il suo comparto energetico.
Le offerte principali al momento sono due e vedono contrapposti da un lato gli americani di General Electric e dall’altro un’alleanza tra Mitsubishi, Siemens e Hitachi.
LE PREFERENZE DEL GOVERNO
Il governo francese dice di non avere “alcuna preferenza” ma ha la speranza che le proposte vengano “migliorate“. Proprio in queste ore il dossier è stato tema di un incontro di aggiornamento tra il presidente François Hollande, il primo ministro Manuel Valls e il titolare dell’Economia, Arnaud Montebourg.
In momento in cui la crisi economica morde e ridimensiona la grandeur francese, le richieste che l’Eliseo vorrebbe veder messe nero su bianco riguardano la salvaguardia dei livelli occupazionali, il mantenimento delle attività in Francia, l’indipendenza energetica del Paese.
“Su questo – ha spiegato Montebourg dopo il vertice, racconta Les Echos – misuriamo le offerte e il nostro obiettivo ora è di garantire che le proposte siano migliorate per rispondere a questi obiettivi“. Un nuovo incontro, ha annunciato, si terrà “la prossima settimana“.
Pur non avendo ufficialmente scelto, Parigi però si è riservata il diritto di avere l’ultima parola sul dossier. Un provvedimento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale sancisce che sugli investimenti stranieri sarà obbligatorio il nulla osta dello Stato in caso di acquisizioni estere di società di settori strategici come i trasporti, le telecomunicazioni, l’acqua, la sanità e l’energia. Proprio come Alstom.
L’OFFERTA DI GENERAL ELECTRIC
Per ora, contrariamente alla tradizione che vede raramente una grande società francese rilevata da una rivale statunitense, sembrano proprio gli americani ad aver fatto un passo avanti, “forse decisivo” scrive Il Sole 24 Ore, per accaparrarsi l’energia di Alstom. Merito innanzitutto di un’offerta economica alta, 12,35 miliardi di euro per acquistare l’intera divisione energia di Alstom. E anche dell’impegno preso dal ceo Jeffrey Immelt ad assumere mille persone nei prossimi tre anni.
L’ENTRATA IN CAMPO DI MITSUBISHI
Sull’altro fronte, invece, la tedesca Siemens e le giapponesi Mitsubishi Heavy Industries e Hitachi sarebbero pronte a mettere sul piatto 7,25 miliardi di euro e la promessa di non operare licenziamenti fino al 2017.
Le due aziende nipponiche sarebbero disposte a investire 3,6 miliardi di euro per le attività di turbine a vapore di Alstom, mentre Siemens offrirebbe la stessa cifra per le attività legate alle turbine a gas.
Ufficialmente non è stata avanzata alcuna offerta, che sarebbe nettamente inferiore a quella proposta da GE, ma riguarderebbe una parte meno rilevante delle attività dell’azienda, alla quale lascerebbe la distribuzione e la trasmissione.