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Gara diritti tv serie A: serve fare sistema, più che le polemiche sterili

Abbiamo assistito, quasi in modo distaccato come agenzia giornalistica (Sporteconomy), alla ridda di voci, spesso incontrollate, per non dire “spintanee” in altri casi, che hanno accompagnate le offerte dei diversi operatori nazionali/internazionali interessati alla gara di assegnazione dei diritti audiovisivi della serie A che verrà (messa in pista dal lavoro della Lega Serie A insieme all’advisor Infront).

Abbiamo letto di tutto di più e non abbiamo sorriso per rispetto di chi le scriveva o di chi ci credeva. Ma adesso che le offerte sono tutte pervenute in Lega e che non è più possibile tornare indietro abbiamo deciso di commentare quanto è accaduto o sta accadendo ancora oggi.
Ancora una volta infatti si è cercato di “sensibilizzare” (o almeno così sembra) opinion leader, addetti ai lavori e persino banche d’affari, che si sono cimentate nel prevedere chi vincerà e chi no.
Peccato, però, che Sky serva a Mediaset e viceversa, anche perchè, in caso contrario, l’Antitrust potrebbe storcere il naso.
Abbiamo poi letto che alcuni operatori si vantano di aver estromesso i propri concorrenti diretti, peccato, però, che i pacchetti “A” e “B” non possano essere assegnati ad uno stesso operatore. Bastava leggere il bando e le linee guida, molto semplicemente.
Una cosa certa é che nessuna offerta “sotto la base d’asta” può essere considerata valida, visto che dietro la valutazione di Lega e Infront c’è un attento studio del mercato sia domestico che internazionale.

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