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I veri scopi della missione di Obama in Europa

Dopo che la maggior parte degli analisti ha declinato in modo forse troppo frettoloso la politica estera americana in chiave esclusivamente asiatica, la visita di Barack Obama in Europa sottolinea la centralità strategica ed economica che il Vecchio Continente continua ad avere per Washington.

Il presidente visiterà tre Stati in quattro giorni, atterrando oggi a Varsavia, in Polonia, poi mercoledì a Bruxelles per un vertice G7, giovedì cenerà privatamente a Parigi con il suo omologo francese François Hollande, mentre venerdì commemorerà il 70° anniversario del D-Day in Normandia. Un programma intenso e forse anche di routine, ma che servirà a lanciare messaggi ben precisi, soprattutto a seguito della nuova dottrina illustrata a West Point.

L’IMPEGNO DI WASHINGTON

Lo sguardo della Casa Bianca si è voltato anche ad est, e non potrebbe essere altrimenti vista la crescita impetuosa della Cina (per alcuni la la vera nemesi occidentale del XXI secolo), ma – sottolinea il New York Times – la sortita del presidente Usa è servita in primo luogo a rassicurare i partner europei, in particolare i Paesi baltici. Arrivando nella capitale polacca, dove si è svolta la ministeriale della Nato, Obama ha definito l’impegno dell’America per la sicurezza dei propri alleati europei come “sacrosanto“, spiegando che gli Usa hanno rafforzato la propria presenza militare in Europa a causa delle turbolenze in Ucraina.

BASE RAFFORZATA

Alla base del rinnovato sostegno c’è un accordo tra Polonia, Germania e Danimarca per rafforzare la principale base Nato in Polonia, nella città portuale di Stettino. Una misura che rientra nel quadro delle iniziative per accrescere la deterrenza contro eventuali attacchi russi ai Paesi dell’Europa orientale, un timore diventato più forte dopo la crisi di Kiev, l’annessione della Crimea da parte di Mosca e le turbolenze nell’est dell’Ucraina.

UN MILIARDO DI DOLLARI

Nasce così una vera e propria “alleanza anti-Putin” che – scrive il Wall Street Journal – il presidente degli Stati Uniti proverà a foraggiare proponendo un nuovo stanziamento di un miliardo di dollari. Il piano, chiamato “European Reassurance Initiative”, avrà ora bisogno dell’approvazione del Congresso Usa, ma sembra in linea con le linee guida della nuova politica estera di Obama, che che privilegia diplomazia, sanzioni, sostegno agli alleati e solo alla fine l’uso della forza con l’eventuale dispiegamento di truppe di terra.

UNO SFORZO COMUNE

Il capo di Stato americano non ha però mancato di chiedere agli alleati europei – come già fatto nel corso del suo ultimo viaggio nel Vecchio Continente, Italia compresa – di assumersi la responsabilità di aumentare le spese militari, senza fare affidamento solo sulla protezione garantita dagli Usa. “Abbiamo visto un declino costante” delle risorse per la difesa, ha osservato il presidente Usa parlando a Varsavia, tornando ad insistere sui tagli alle spese militari decisi da molti Paesi europei gravati dalla crisi economica. “Questo deve cambiare“, ha avvertito.
Un concetto – riporta il Washington Post – ribadito durante la ministeriale Nato dal segretario alla Difesa Chuck Hagel. “Se il popolo americano non vede le nazioni europee fare un passo in avanti per investire nella propria difesa quando la loro sicurezza è minacciata“, ha detto, “si rischia di erodere il sostegno degli Stati Uniti all’Alleanza Atlantica“. Così “come il presidente Obama chiede al Congresso degli Stati Uniti e al popolo americano di sostenere maggiori investimenti nella sicurezza europea“, allo stesso modo “stiamo chiedendo ai nostri alleati del Vecchio Continente di fare lo stesso“, ha concluso.


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