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Senza immunità cade lo Stato di diritto. Parla Piero Sansonetti

Un potere forte e incontrastato che ancora per molto tempo in Italia eviterà una seria riforma europea. È ciò che pensa della magistratura italiana Piero Sansonetti, che con la sua ultima avventura editoriale (Il Garantista) intende riscoprire un concetto perduto, di “cui l’informazione italiana ha terrore”.

(PIZZI HA PIZZICATO CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL GARANTISTA)

Immunità per i senatori del futuro, che ne pensa?
Vedo una fortissima spinta giustizialista nel Paese, anche perché la protesta che altrove è incanalata su istanze populiste, qui attraverso Grillo si è molto livellata proprio sul giustizialismo che ha invaso gli altri partiti e condiziona anche Renzi.

Da che cosa lo deduce?
Come il fatto che il pm sia sottoposto al governo (in Francia): quindi l’autonomia della magistratura è illimitata. L’abolizione totale dell’immunità parlamentare in Italia, anche simbolicamente, provocherebbe una disparità che già esiste e amplificherebbe la disparità fra i tre poteri: quello giudiziario assumerebbe una posizione assolutamente dominante. Parliamoci chiaro, non stiamo discutendo di quell’immunità prevista dai padri costituenti, da Calamandrei e dai grandi liberali e democristiani. E’ stata cancellata nel 1993. Adesso c’è solo il divieto dei giudici di irrompere in Parlamento e arrestare la gente.

Se cadesse?
Una limitazione che, se fosse cancellata, credo eliminerebbe lo stato di diritto nel nostro Paese. In quel caso il potere politico risulterebbe intimidito da un altro potere.

Una contingenza che si intreccia con lo scontro al vertice della procura di Milano: caso chiuso o ancora aperto?
Se ci fosse stato uno scontro del genere all’interno di un partito politico, i giornali non parlerebbero d’altro. Invece dato il formidabile potere che ha la magistratura sul giornalismo italiano, lo scontro Robledo-Bruti Liberati è passato quasi sotto silenzio: devastante e con una conclusione comica. Il Csm e lo stesso Napolitano, non dando torto a nessuno, si sono esposti in maniera comica, come non sarebbe avvenuto neanche in un partito politico. L’assetto della magistratura è essenzialmente di potere. Credo che comunque avesse ragione Robledo. Peraltro domani pubblicherò un editoriale sul Garantista di Antonio Di Pietro che va in questa direzione.

A proposito del Garantista, c’è sete di garantismo nell’informazione italiana?
No, c’è del terrore. E’ considerata una parola e una posizione proibita. Sul Garantista possono uscire pezzi di Ingroia e Di Pietro senza problemi, lo stesso non accade altrove.

Qualche giorno fa Pierluigi Battista sul Corriere della Sera ha scritto che i magistrati dietro la loro indipendenza spesso celano la protezione corporativistica: se l’aspettava una riflessione così poco giustizialista?
Dal Corriere no, da Pigì Battista sì. Credo che Corriere (sempre su posizioni pluraliste), Repubblica e Fatto Quotidiano non siano molto diversi fra loro, dal punto di vista della linea politica generale. Ancora l’altro ieri Battista ha scritto un pezzo molto interessante sull’immunità parlamentare.

Secondo Annalisa Chirico (sul Foglio) il processo Ruby non sarebbe mai dovuto iniziare: è così?
E’ iniziato perché il governo Berlusconi modificò la legge sulla prostituzione minorile con l’allora ministro Carfagna. Se fosse rimasta in vigore la norma prevista sotto il governo Prodi, precedente a quello del Cavaliere, il processo non si sarebbe tenuto. E’ stata una legge ad personam fatta al contrario.

Considerata l’aria renziana riformista, crede che in questa legislatura si riformerà la giustizia?
No, lo escludo. Il potere della magistratura è così grande che, ancora per molto tempo, credo potrà fermare qualunque riforma. C’è una contrapposizione molto forte tra la magistratura e lo stato di diritto che in queste condizioni penso sia difficile uscirne. E poi provate a vedere che fine hanno fatto quelli che hanno tentato di riformarla…

(LA NASCITA DEL GARANTISTA SPIEGATA DA UN GIORNALISTA DEL GARANTISTA)

twitter@FDepalo

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