Quali sono le agenzie federali presso le quali i lobbisti rivolgono l’attenzione maggiore? E perché? Cominciamo con un grafico, molto bello, che ci mostra la classifica delle agenzie più “lobate” e il modo in cui si è evoluta negli ultimi anni:
Complessivamente questo grafico vale 41 miliardi di dollari (3,23 soltanto nel 2013): tanti ne sono stati spesi (ufficialmente, s’intende) dal 1998 a oggi per fare attività di lobbying presso il Congresso e le agenzie federali Usa, centri nevralgici del potere decisionale della più grande democrazia del mondo.
Ma, quindi, chi guida la classifica? Al primo posto, ed è scontato, Camera e Senato del Congresso Usa. Le soppresse vengono dopo. L’EPA ad esempio, la potentissima agenzia per la protezione ambientale, è rimasta saldamente ai vertici fino al 2003, poi è uscita dalla top10, salvo ritornarci a partire dal 2008. Oggi occupa il quarto posto. Così anche per altre agenzie che hanno beneficiato (o subito, dipende da come la vedete) gli interventi del governo sul lobbying, provocando una serie di spostamenti a catena.
Non è difficile immaginare un grafico simile – se solamente avessimo i dati a disposizione, e ovviamente non li abbiamo, quindi il grafico lo sognamo e basta – per l’Italia. A parte Camera e Senato, autorità come quella per l’energia, la concorrenza o le comunicazioni sono ricettacolo di pressioni lobbistiche. Ma pochi, addetti ai lavori e studiosi esclusi, lo ricordano.