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La rivoluzione economica dell’uomo 2.0

“I cambiamenti dei prossimi decenni avranno una portata senza precedenti nella storia dell’uomo”. È questa l’idea centrale intorno alla quale ruota e si sviluppa “La rivoluzione perfetta – L’era dell’interdipendenza e della velocità” di Angelo Deiana, che vede in arrivo un vero e proprio salto evoluzionistico, capace di trasformare l’Homo sapiens sapiens in Homo 2.0.

Il libro prende le mosse dall’analisi della crisi economica globale degli ultimi anni che “sta passando”, ne indaga le cause e le conseguenze più immediate, a partire dalla crescente importanza della dimensione reputazionale, dalle relazioni tra conoscenza, consapevolezza e potere, dai mutamenti dei meccanismi competitivi.

Una sorta di macro-premessa, alla quale non manca il tentativo di individuare “chi vince e chi perde dopo la fine della tempesta”. Ma quello che interessa all’autore, ben più dell’analisi di quanto accaduto, è capire come le cose potranno evolvere.

Lo scenario si basa su quelli che Deiana individua come i potenziali macro-trend del futuro prossimo: competizione economica globale per il clima, l’energia e l’acqua, forti processi di femminilizzazione, urbanizzazione spinta, personalizzazione e produzione manifatturiera diffusa, il tutto governato dall’Internet delle Cose.

Questi sono i trend e fin qui l’autore si muove ancora su un terreno sostanzialmente economico. Ma le conseguenze ulteriori aprono porte su mondi e su ambiti molto più ampi, che lo portano a parlare di nuove architetture sociali, di fine dello Stato e di “libertà nella responsabilità”, nella quale occorre “perdere il controllo per governare il flusso”.

Proseguendo lungo la strada tracciata, Deiana descrive quelle che a suo giudizio saranno le inevitabili mutazioni evolutive, guidate da una tecnologia invisibile, pervasiva al punto di scomparire, anche in una dimensione di ibridazione con l’uomo. Il punto finale riprende il titolo, tracciando i contorni di una “rivoluzione perfetta dove l’importante non sarà vincere o perdere ma essere consapevoli di noi stessi e del nostro ruolo centrale nel mondo, con il mondo e per il mondo”.

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