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Novità e sorprese nel documento per il Sinodo sulla famiglia

Gli spunti d’approfondimento non mancano nelle ottanta pagine dellInstrumentum laboris, il documento che orienterà le discussioni al Sinodo sulla famiglia presentato ieri mattina in Sala stampa vaticana.

Si tratta di una fotografia di come venga percepito presso le comunità dei fedeli l’insegnamento cattolico riguardante la morale sessuale, la famiglia, il significato del matrimonio.

Luci e ombre, verrebbe da dire, quando si legge che anche tra i sacerdoti si ignorano fondamentali documenti del Magistero post-conciliare.

LA QUESTIONE DELLA CONTRACCEZIONE

Il Corriere della Sera riporta il commento di mons. Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo, a giudizio del quale il testo presentato “esprime rigore e onestà nel non chiudere gli occhi di fronte ad alcun problema, per quanto inquietante o scomodo possa sembrare”. Sempre il quotidiano di via Solferino si sofferma sull’ammissione che “la stragrande maggioranza dei fedeli non segue la Chiesa sulla contraccezione (il divieto è percepito come un’ingerenza nella vita intima della coppia) e parla di tutte le situazioni difficili, raccomandando attenzione e misericordia nello stile di Francesco”.

ATTENZIONE ALLE RAGAZZE MADRI

Le situazioni difficili – cui è dedicata un’ampia parte del documento – riguardano le coppie di fatto, famiglie allargate, divorziati risposati e così via. La maggior parte dei rispondenti, poi, “è contraria a leggi che permettano adozioni a gay, ma se una coppia omosessuale chiede il battesimo del bambino, il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini”. Occhio di riguardo, inoltre, per le ragazze madri, che “vanno ammirate per l’amore e il coraggio con cui hanno accolto la vita concepita nel loro grembo e crescono ed educano i figli” e che per questo “meritano di trovare un sostegno speciale nella società”.

LA VERA RIVOLUZIONE E’ NEL NUOVO ATTEGGIAMENTO

Scrive ancora il Corriere della Sera che “la rivoluzione voluta dal Papa sta nell’ampiezza della consultazione, nelle 38 domande – anche su argomenti una volta ritenuti imbarazzanti – e nel fatto che le risposte dei fedeli servano come strumento di lavoro ai vescovi”. Non solo, perché “ciò che cambia è l’atteggiamento, lo stile. Si analizza la crisi della famiglia, anche economica e per gli orari di lavoro. Si citano i lati oscuri, violenze, femminicidi, abusi. Si rivela il nuovo desiderio di famiglia che nasce tra i giovani. Soprattutto si dice di promuoverla in modo diverso, in positivo, sapendo che per i fedeli il concetto di legge naturale è spesso incomprensibile”.

IL NO AL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI GAY

Sulla Stampa, si ricorda innanzitutto il “no al riconoscimento delle unioni gay” ribadito all’unanimità da tutte le conferenze episcopali che hanno risposto al questionario, osservando altresì che è richiesto però “un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono in queste unioni, con l’avvertenza di non far coincidere l’identità di una persona con espressioni quali gay o lesbica”. “Ci sono molte testimonianze – si legge ancora – dai vescovi della ricerca di un equilibrio tra l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono queste unioni”, come a dire che “l’annuncio e la testimonianza del messaggio evangelico non deve essere accompagnato da atteggiamenti che rischiano di passare per omofobi distinguendo tra chi vive con sofferenza e delicatezza per non dare scandalo ad altri, e un comportamento di promozione e pubblicità attiva, spesso aggressiva”.

NON CHIUDERSI IN UNO “SGUARDO LEGALISTA”

Riguardo le situazioni difficili, La Stampa osserva che secondo l’Instrumentum laboris “la pastorale familiare deve evitare il rischio di chiudersi in uno sguardo legalista. Il documento non apre ai sacramenti ai divorziati (il tema infatti sarà discusso nel corso dei prossimi due Sinodi), ma sottolinea la vera urgenza di permettere a queste persone di curare le ferite, di guarire e di riprendere a camminare insieme a tutta la comunità ecclesiale”. Rilevante, nota ancora il quotidiano torinese, che per la prima volta “venga citata la perdita di credibilità morale della chiesa nella percezione di molti soprattutto in Nord America e in Nord Europa, a motivo degli scandali sessuali e in particolare della pedofilia clericale”.

DOCUMENTO CHE “RIFLETTE LO SGUARDO DI MISERICORDIA”

Un documento, quello presentato ieri in Vaticano, che “riflette lo sguardo di misericordia con cui il padre celeste guarda e ama ciascuno dei suoi figli”, si legge su Repubblica riprendendo le parole di mons. Bruno Forte. Se è vero che l’Instrumentum “non offre risposte ai problemi sollevati dal questionario”, è altrettanto opportuno affermare che “sviscerando i problemi concreti, apre al confronto in vista dei lavori futuri nella consapevolezza che non è in discussione la dottrina della Chiesa”. In merito alla questione dei divorziati risposati, molti di questi “non vedono neanche come irregolare la loro condizione, e risulta loro difficile comprendere perché la chiesa non li ammetta alla comunione, tanto che c’è chi si domanda perché gli altri peccati vengano perdonati e questo no”.

LA PROMOZIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE

Infine, scrive ancora il quotidiano diretto da Ezio Mauro, secondo il documento, “un fattore che interroga l’azione pastorale è la promozione della ideologia del genere che in alcune regioni tende ad influenzare anche l’ambito educativo primario, diffondendo una mentalità che, dietro l’idea di rimozione dell’omofobia, in realtà propone un sovvertimento della identità sessuale”.


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