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Vi spiego perché la strada europea sugli Ogm è sbagliata. Parla Sidoli (Assobiotec)

Con un’intesa raggiunta nel Consiglio dei Ministri europeo, i membri dell’Unione che lo desiderano potranno non consentire di mettere in campo coltivazioni Ogm, anche quando approvate a livello comunitario. Un passo che precede il pronunciamento del Parlamento di Strasburgo, avverrà sotto la prossima presidenza di turno italiana.

In una conversazione con Formiche.net, Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec (Federchimica), l’associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie – circa 140 associati in un settore con un volume d’affari al terzo posto in Europa -, spiega perché è contrario a quella che considera una “assurda nazionalizzazione”.

Sidoli, come commenta la scelta europea di lasciare ai singoli Paesi la scelta di autorizzare o meno colture Ogm?
Incomprensibile. Va contro al principio che quanto riguarda la sicurezza delle persone e dell’ambiente deve essere deciso su basi scientifiche, ma affossa anche il fondamento comunitario della libera circolazione dei prodotti e priva gli agricoltori italiani della libertà di poter scegliere le tecniche più aggiornate in un regime di coesistenza – possibile e verificato – tra diverse modalità di coltivazione. Oltre a retrocedere da una visione unitaria e comunitaria dell’Europa per arrivare a una balcanizzazione: ogni Paese, limitando la libertà degli imprenditori agricola, potrà seguire un ragionamento diverso, che esula dai fondamenti scientifici. Prima ci si è dotati delle norme più severe al mondo, con l’obbligo di fornire accurati dossier scientifici, e ora si “decide”, per modo di dire, di lasciare agli Stati membri la possibilità di comportarsi diversamente su basi di fatto non oggettive. Un atteggiamento tecnofobo di assoluta irrazionalità, ma che purtroppo non ci stupisce.

Cosa risponde a chi ritiene che gli Ogm non sarebbero convenienti per un’agricoltura come la nostra?
Il nostro territorio è più che adatto a ospitare queste colture. Rispetto alle grandi estensioni americane, senza dubbio la Penisola ha necessità di gestire diversamente le modalità di coesistenza, ma non c’è ragione di escluderla a prescindere. Basta guardare alla vicina Spagna, dove da 15 anni gli Ogm vengono già usati senza nessuna ripercussione negativa. Inoltre analisi e sondaggi dicono che gli agricoltori italiani sarebbero favorevoli a usare gli Ogm.

Che ripercussioni avrà questa scelta?
Più d’una e tutte negative. Se si guarda al nostro Paese, dal momento che siamo contrari all’uso di Ogm, questo già ora rende la nostra agricoltura meno all’avanguardia e produttiva, aggravando i costi per i nostri coltivatori e portando i nostri prodotti a costare di più; un elemento negativo anche per le nostre tasche. Sul versante europeo, invece, darà al mondo l’immagine di un Vecchio Continente che respinge l’innovazione e la ricerca. In parole povere l’Europa sembrerà un posto ancora meno attrattivo per chi vuole investire. Infine non bisogna dimenticare che rendere l’agricoltura più efficiente è un obbligo. La crescita demografica porterà oltre 2 miliardi di bocche da sfamare in più nei prossimi decenni.

Cosa pensa di fare Assobiotec per ribaltare questa decisione? E quale scenario prevede?
Noi favoriamo un confronto aperto e informato basato su dati concreti e non su allarmi. Non siamo interessati a discussioni ideologiche, ma a partecipare a un dibattito basato sulla evidenza dei fatti. Auspichiamo che l’Italia in futuro voglia applicare queste regole nel quadro di una valutazione prima di tutto tecnica, lasciando la decisione finale alla libera scelta degli imprenditori. Nonostante tutte queste limitazioni, il biotech italiano è terzo in Europa, segno che in questi anni è cresciuto tantissimo. Purtroppo ci troviamo ci troviamo in un contesto nazionale ostico da molto tempo, ma continueremo a lavorare per cambiarlo.

Come mai in Italia c’è così grande contrarietà all’uso di Ogm?
Il nostro Paese è condizionato da interessi economici molto forti, che vogliono imporre un modello di agricoltura che non si aggiorna. C’è anche la tendenza a non ragionare scientificamente, ma secondo logiche di consenso. E spesso addirittura alla base di questa situazione c’è semplicemente una scarsa conoscenza. Il Parlamento vota delle norme di cui non sa nulla. Ciò non accade solo con gli Ogm. È la stessa situazione che si è verificata con la sperimentazione scientifica sugli animali. Limitandola sulla base del sentimento del momento e non della scienza, si è procurato un grave danno alla salute dei cittadini.

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