Skip to main content

Perché tassi e petrolio ribollono

In area Euro tassi in generale rialzo sulla scia principalmente della permanenza del livello del petrolio su livelli elevati rispetto alle quotazioni degli ultimi mesi. Non a caso sul comparto decennale periferico si è assistito ad un’accelerazione al rialzo più evidente a partire dagli inizi della scorsa settimana, ossia da quando il Brent ha rotto al rialzo l’importante livello collocato a 113$/b. Il tasso decennale italiano si sta così avvicinando alla soglia del 2,95%, quello portoghese ha recentemente superato il 3,5% ed il greco è nuovamente prossimo al 6%.

DOSSIER MONETE

Sul mercato monetario si assiste invece alla continuazione della fase di stabilizzazione dopo il forte calo successivo alle decisioni della BCE di inizio mese. Draghi, in un’intervista al quotidiano olandese De Telegraaf, ha sottolineato come il prolungamento dell’offerta illimitata di liquidità fino a fine del 2016 sia un importante segnale, soprattutto se letto congiuntamente con la durata quadriennale della operazione TLTRO. La conclusione di Draghi è stata pertanto la seguente: “ il nostro programma di supporto al credito alla aziende tramite le banche continuerà per 4 anni. Questo mostra che i tassi di interesse rimarranno bassi per un periodo lungo di tempo. Successivamente risaliranno quando la ripresa si consoliderà”.

IL SENTIMENT DELLE BANCHE

Un sondaggio tra 69 banche centrali riportato oggi da FT, evidenzia un atteggiamento favorevole alla riduzione dell’esposizione sulla componente obbligazionaria a lungo termine, in preparazione di condizioni più restrittive di politica monetaria. Nel frattempo dal fronte macro emergono segnali di rallentamento dai primi indici PMI di giugno pubblicati questa mattina, in modo particolare con riferimento alla Francia.

QUI STATI UNITI

Negli Usa fase di stabilizzazione per il comparto decennale che continua ad oscillare intorno al 2,60%, soprattutto dopo il recente incontro della FED che non ha mostrato una particolare preoccupazione per la dinamica inflattiva. In settimana tra i principali dati macro attesa la fiducia dei consumatori di giugno, oltre alla lettura finale del PIL del primo trimestre che potrebbe ulteriormente essere rivisto al ribasso, confermando come la crescita Usa si stia avviando verso il 2% nel 2014 rispetto al 3% circa stimato dalla stessa FED ad inizio anno.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter