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“Senza vincolo di mandato” o disciplina di partito?

Renzi  può  dichiarare, denunciare, minacciare, fare la faccia feroce ma deve convincersi che la democrazia è fatta di dissenso. E allora eviti di ammorbare il Paese con le sue sparate tanto gridate quanto inutili. La sua logorrea ormai è nota e resta tale. Superman Renzi era partito annunciando dal Quirinale, appena ricevuto l’incarico, che avrebbe fatto tante riforme secondo i mesi che aveva davanti. Alla fine la montagna ha partorito il topolino: dei vari annunci il nulla. Sta per partire forse la riforma del Senato e già si stanno materializzando nel PD e nella maggioranza tensioni e contrasti, senza esclusione di colpi tra le fazioni in campo, ma seminando reazioni preoccupate nell’opinione pubblica. Il riferimento è alla nota defenestrazione dei senatori Mauro, Mineo e Chiti contrari alla linea Renzi di riforma del Senato. Aspetto delicato, ma nel contempo rozzo e volgare per come è trattato: si vuole procedere nella commissione affari costituzionali, competente per materia, senza dissensi. Sembra un po’ troppo! In una democrazia matura e seria questi atteggiamenti non dovrebbero proprio albergare, perché si rischia di innescare meccanismi pericolosi che non si sa dove potrebbero approdare. E allora basta con questo fiorentino fanfarone e cantastorie che, preso da narcisismo espansivo, pensa di essere un nuovo Masaniello o Napoleone. La gente  ne ha piene le scatole! Si ragioni e ci si domandi: il vincolo di mandato, secondo Costituzione, esiste o no? O prevale la disciplina di partito?
Se al secondo interrogativo si risponde in modo affermativo vuol dire che è esso diventato prevalente, allora si è al soviet, come dice Mario Mauro!
Vale la Costituzione? I parlamentari in dissenso restano pertanto al loro posto.
E la si smetta di blaterare: il nostro è un sistema democratico rappresentativo, il dissenso appartiene alla fisiologia del confronto ed è il sale della democrazia! La sua cancellazione ha sempre riservato pericolose involuzioni. Chi possiede un IO ipertrofico è difficile che possa essere funzionale al buon funzionamento della democrazia, deve pertanto essere guardato a vista affinché non danneggi la vita delle Istituzioni.
Renzi se ne frega di costruire un percorso di riforme! Lui vuole semplicemente legittimare il suo delirio di onnipotenza.  E’ più che giusto essere prudenti, per non far correre brutte avventure al Paese. Ciò che serve in questo momento è una sana resipiscenza. Chi può agisca! Bisogna evitare crinali pericolosi. Renzi va imbrigliato. I suoi annunci arroganti stanno diventando ridicoli e stucchevoli. Le sue ultime spavalde dichiarazioni: “non lasciamo il diritto di veto a nessuno” potrebbero acuire le aspre reazioni fino a pregiudicare il corretto percorso riformatore. E’ doverosa pertanto la cautela.
Non si hanno certezze su voci di vari intrighi a livello nazionale, ma se Renzi immagina, tramite il paravento delle riforme, di poter disporre del Quirinale, una volta dimessosi Napolitano, per assegnarlo a Casini e dell’amnistia per Berlusconi, chiudendo in tal modo il cerchio per perpetuare la sua permanenza a palazzo Chigi, sta facendo i conti senza l’oste. Si assumerebbe responsabilità enormi, al punto da mettere in forse i fondamenti stessi delle nostre Istituzioni repubblicane. Si spera invece che il trio Renzi-Casini-Berlusconi eviti all’Italia una Waterloo della Repubblica.


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