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Vi svelo le tasse nascoste nel decreto sul bonus Irpef

Anche nella nuova versione “collaborativa” i “grillini” non rinunciano alla gogna. Nel progetto di legge elettorale su cui cercano il confronto con Matteo Renzi (ovviamente via streaming) non rinunciano alla gogna. Hanno riscoperto la c.d. preferenza negativa in uso nel Pci ai tempi dello stalinismo, come correttivo delle liste bloccate per la elezione del Comitato centrale. Con questo metodo, l’elettore, anziché esprimere la preferenza, avrebbe la facoltà di cancellare dalla scheda i nomi dei candidati, che lui considera “indegni”, tra quelli proposti dai partiti. Il risultato sarebbe lo stesso, ma diventerebbe più umiliante – ecco il vizio della gogna – ricevere molte cancellature che poche preferenze.

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In un settimanale in voga nell’immediato dopoguerra, Il Candido, c’era una rubrica fissa – se ben ricordo a cura di Giovanni Guareschi, l’inventore di Peppone e Don Camillo – consistente in una vignetta dal titolo “Contrordine compagni”. Erano rappresentati dei militanti comunisti intenti a compiere cose strambe, persino autolesioniste. Dal fondo compariva il segretario di sezione ad urlare il contrordine, denunciando un malinteso dovuto… ad un errore di stampa dell’Unità. Bisognerebbe riprovarci con il M5s. Raccontano che nelle Commissioni sono diventati degli agnellini. E’ scattato il contrordine. Loro non capiscono, ma si adeguano.

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Alla Camera stanno votando il decreto IRPEF, grazie al quale sarà erogato il bonus di 80 euro in busta paga. Assicurano dal governo che la copertura c’è ed è solida. Il fatto è che se quella indicata non funziona, scatteranno le c.d. clausole di salvaguardia, ovvero incrementi delle accise (leggi: le imposte sui prodotti energetici). In sostanza, alla fine, il bonus lo pagheranno tutti gli italiani alle pompe di benzina.

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