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Che cosa insegnano i casi Scaglia e Romeo. Le punture di spillo di Giuliano Cazzola

“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché è di essi il regno dei cieli” (Matteo, 5,1-12). È il discorso delle beatitudini. Si consolino, pertanto, quelle persone che in Italia hanno sofferto e soffrono quotidianamente a causa degli errori giudiziari e che ottengono il riconoscimento dei torti subiti, tardivamente, dopo aver patito, per anni, la gogna dei processi mediatici-giudiziari e della conseguente morte civile. Potremmo parlare a lungo della vicenda umana del mio amico Ottaviano Del Turco, ma le cronache hanno messo in evidenza due casi più recenti. La Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva Alfredo Romeo, titolare della Global Service, il cui arresto, nel 2008, determinò lo sfascio della giunta Iervolino a Napoli (un assessore Giorgio Nugnes si suicidò). Nelle recenti elezioni del CSM, poi, è stato eletto il magistrato (non facciamo nomi, anche perché ne hanno parlato i giornali) che, nel 2010, fece scontare un anno di custodia cautelare (in parte trascorso in galera) a Silvio Scaglia, nonostante che il manager di Fastweb fosse rimpatriato con un volo privato dalle Antille proprio per chiarire la sua posizione. Scaglia poi venne assolto con formula piena il 17 ottobre 2013. In qualunque altra elezione di “categoria”, prima di candidare un collega che ha commesso un errore, rimbalzato sui media, si riflette sull’opportunità di farlo. Non è così nel caso della magistratura: l’aver carcerato un innocente è una prova encomiabile di rigore; chi lo ha fatto procura suffragi e consenso alla corrente di appartenenza e merita di far parte dell’organo di autogoverno della magistratura. Ricordate il Marchese del Grillo? “Io so’ io e voi non siete un c…o”.

Nel confronto sulla legge elettorale, si starebbe profilando un’intesa tra chi rivendica le preferenze e chi vuole poter continuare a nominare i deputati. Corre voce che ai capilista sarebbe garantita comunque l’elezione; gli altri dovrebbero guadagnarsela con le preferenze. Così Silvio Berlusconi potrebbe sempre contare su di una falange di fedelissimi. E Renzi afferma: ‘’Va avanti tu che a me viene da ridere”.

Un altro tribunale, quello de L’Aquila, ha ordinato agli Spedali civili di Brescia di effettuare le cure staminali ad una piccola paziente, incaricando dell’esecuzione una dirigente di Stamina Foundation. Eppure tutta la comunità scientifica internazionale sostiene che si tratta di una terapia inconsistente e comunque non sperimentata (e il patron dell’iniziativa è indagato per truffa dal Tribunale di Torino). No comment.

Sono rimasti ben impressionato dall’estrema civiltà dimostrata dalle tifoserie durante la World Cup in Brasile. Nessun striscione, ma sole le magliette delle Nazionali, magari con i colori dipinti sul volto. Nessun coro razzista. Il pubblico stava ad un passo dal campo di gioco, senza essere trattenuto da barriere insormontabili, ma solo guardato a vista da una fila di steward. Addirittura, le tifoserie – che da noi vengono rigidamente blindate per non entrare in contatto – si mescolavano tra loro esibendo ciascuna, con grandi fair play e tolleranza, i colori della propria squadra. Nella “finalina”, la Selecao – che pure ha meritato di perdere – ha subito due gravi errori arbitrali, in occasione del primo e del secondo gol. Ma il pubblico ha sportivamente riconosciuto la superiorità degli Olandesi.

Tiferò Germania. Insieme alle mie gattine.

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