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Che cosa succede a tassi e bond

In area euro tassi in rialzo sulla scia delle buone indicazioni arrivate principalmente dagli Usa. Meno influenti sono state invece le prime indicazioni sull’andamento dell’inflazione di luglio arrivate ieri. Il forte calo dei prezzi al consumo in Spagna (-0,3% a/a) è stato accompagnato dal ridimensionamento dell’inflazione tedesca (+0,8% a/a), causato principalmente dalla componente energetica.

L’ANDAMENTO DELL’EURO

Il tema inflazione che era stato il driver dei giorni scorsi è così diventato un’occasione per prendere profitto (“sell on news”). Il contestuale deprezzamento dell’euro sceso sotto la soglia dell’1,34 per la prima volta da novembre 2013 potrebbe aver contribuito alle vendite. Il rialzo dei tassi ha impattato in modo eterogeneo sulla parte a lunghissimo termine della curva: il tasso sul Bund a 30 anni è infatti salito più di quello a 10 anni, l’opposto di quanto accaduto sia in Italia sia in Spagna.

I DATI MACROECONOMICI

Questa mattina sono risultate migliori delle attese le vendite al dettaglio tedesche di giugno, grazie principalmente ad un recupero della componente alimentare. In calo infine il tasso di disoccupazione italiano a giugno (da 12,6% a 12,3%).

IL SONDAGGIO DI DRAGHI

Dal sondaggio BCE sulle condizioni del credito nell’area relativo al secondo trimestre, è emerso un miglioramento sia dei credit standard applicati sia della domanda di credito.

CHE SUCCEDE NEGLI STATI UNITI

Negli Usa, marcato rialzo del comparto decennale con volumi in forte rialzo sul future sul T-note decennale. Si è trattata della peggiore seduta su base giornaliera dallo scorso novembre. I dati sul Pil del secondo trimestre sono risultati nettamente migliori delle attese (+4% annualizzato) grazie al recupero dei consumi, degli investimenti e dell’accumulo delle scorte. È stata rivista anche la serie dati degli scorsi anni che ha fatto emergere una crescita del 4% nel secondo semestre del 2013, la miglior crescita semestrale in un decennio.

L’ESITO DELLA RIUNIONE DELLA FED

La riunione della Fed si è nel frattempo conclusa ieri con l’attesa continuazione del tapering per 10Mld$. Il comunicato successivo all’incontro ha apportato alcune modifiche rispetto al precedente con toni ancora sostanzialmente equilibrati, seppur con alcune indicazioni che potrebbero essere il preludio a toni più restrittivi nei prossimi mesi. Sul mercato del lavoro è stato infatti dichiarato che vi è ancora un margini significativo di risorse non pienamente utilizzate. Sull’inflazione invece è stato riconosciuto che si sta muovendo verso il target e che i rischi di una permanenza sotto al 2% sono alquanto diminuiti. Vi è stato anche un membro dissenziente, Plosser, in particolare sull’intenzione di mantenere i tassi fermi per un periodo considerevole di tempo anche dopo la fine del tapering.



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