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In Germania le rinnovabili rubano terreno all’agricoltura

Le fonti rinnovabili mettono in crisi la crescita dell’agricoltura verde. Succede in Germania, dove un recente rapporto del Bölw (Bund ökologische lebensmittelwirtschaft, l’associazione dei produttori della filiera biologica) si mette a fuoco una situazione paradossale e imprevista. Nell’arco di meno di un decennio sono stati costruiti in Germania oltre 8 mila piccoli impianti di produzione di biogas alimentati con il mais. Si tratta di impianti incentivati dai Lander nel quadro delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili. Fin qui niente di strano. Ma succede che tutto ciò accade in un libero mercato e che quando si introducono sistemi di incentivazione questo mercato reagisce in maniera non regolabile e, soprattutto, non sempre prevedibile.

IL DANNO ALL’AGRICOLTURA

Il fatto è che la vistosa crescita degli impianti di biogas ha comportato una altrettanto vistosa crescita delle conversioni a mais di terreno in precedenza dedicati ad altre colture. Il che ha, a sua volta, comportato un aumento molto sostenuto delle quotazioni dei terreni agricoli adatti al mais. Dal 2003 al 2013 si è osservato un incremento dei prezzi degli affitti dei fondi agricoli del 45 per cento, per arrivare ormai a superare i 1000 euro per ettaro. I piccoli coltivatori biologici, che in passato prendevano i terreni in affitto per 300-400 euro ettaro sono così messi fuori gioco.

IL RISULTATO

Il risultato è che la Germania, primo mercato europeo per i prodotti di agricoltura biologica (con un volume complessivo di vendite finali che nel 2012 ha superato gli 8 miliardi di euro, in costante crescita anno su anno), ha cominciato ad essere invasa da prodotti bio di provenienza estera, dai peperoni spagnoli alle pere argentine, di legumi italiani alla frutta tunisina, mentre la vicina Polonia in dieci anni ha moltiplicato per sei la superficie agricola dedicata al biologico.

Questo mentre in Germania per la prima volta si è assistito ad una sia pur lieve riduzione delle superfici dedicate al biologico e molti operatori, anche approfittando dell’aumento dei prezzi dei cereali e della carne, hanno deciso di ritornare alle produzioni classiche e ormai più redditizie di quelle verdi.

Leggi l’articolo sul blog di Assoelettrica



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