In area euro calo dei tassi concentrato soprattutto sui titoli tedeschi, sulla scia dell’intensificazione dei rischi geopolitici dopo la notizia dell’abbattimento di un aereo malese precipitato in una regione dell’Ucraina in mano ai ribelli filorussi. Secondo quanto riportato dal WSJ, l’intelligence Usa attribuisce la stessa probabilità all’ipotesi che l’abbattimento sia attribuibile ai militari russi o ai ribelli separatisti. Questi ultimi a loro volta hanno accusato l’Ucraina dell’accaduto.
GLI EFFETTI SUI MERCATI
Sta di fatto che l’episodio di ieri si aggiunge all’innalzamento delle sanzioni verso la Russia annunciate da Usa e Ue, oltre alla notizia sempre di ieri di inizio dell’avvio dell’offensiva di terra da parte dei militari israeliani a Gaza. La conseguenza è stata evidente sui mercati obbligazionario, con una intensificazione del flight to quality e tasso sul bund decennale sempre più vicino al minimo storico di giugno 2012 in prossimità di 1,13%.
CHE COSA SI PENSA IN BCE
Sul fronte BCE, da segnalare le dichiarazioni del membro Hansson, secondo cui il piano di acquisto di ABS non sarebbe pronto a breve termine ed in ogni caso non vi sarebbe bisogno di un piano di acquisto di asset su vasta scala. Anche negli Usa il tema dominante è stato il flight to quality indotto dall’accentuazione delle tensioni geopolitiche con ancora una volta cali dei tassi più marcati sulle scadenze a lungo termine e conseguente continuazione del trend di appiattimento della curva, in particolare sul segmento 5-30 anni.
LE IDEE IN CASA FED
Sul fronte Fed Bullard, membro non votante, ha continuato a ribadire la sua posizione a favore di un incremento dei tassi prima di quanto ora atteso degli operatori, collocando il primo rialzo intorno al mese di marzo 2015. Bullard ha aggiunto che tale view è subordinata alla continuazione di un flusso di dati macro in linea con il tenore emerso negli ultimi mesi, in modo particolare con riferimento al mercato del lavoro. Da tale fronte sono arrivate ulteriori notizie positive ieri dall’andamento delle richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione. Indicazioni ancora contraddittorie invece dal comparto immobiliare: i dati sulle licenze edilizie e l’apertura cantieri di giugno hanno entrambi messo a segno un inatteso forte calo mensile. In particolare il numero di nuovi cantieri ha raggiunto il minimo da nove mesi. Indicazioni invece positive dal fronte manifatturiero con l‘indice della Fed di Filadelfia al massimo da più di 3 anni. In estrema sintesi si tratta di un complesso di dati che risultano essere in linea con l’indirizzo indicato dalla Yellen: il timing dell’eventuale primo rialzo dei tassi dipenderà dal tenore dei dati macro che al momento stanno offrendo ancora indicazioni contrastanti, ad eccezione del mercato del lavoro.
TACCUINO MONETARIO
Valute: euro vicino alla delicata soglia di 1,35, in un contesto sempre di bassa volatilità. Al momento si tratta ancora di un supporto importante in assenza per ora di indicazioni di deflusso di capitali dall’area Euro né tantomeno di nuove misure di politica monetaria in vista sia dalla BCE sia dalla Fed. Andamento positivo per lo yen che vs euro ha raggiunto quota 137 tornando così ad oscillare sui livelli minimi da oltre cinque mesi. Chiaramente le nuove sanzioni alla Russia prima, l’abbattimento dell’jet malese poi, si sono riflesse sul rublo causandone un deprezzamento generalizzato. Il cambio EurRub ha infatti evidenziato una risalita di oltre il 2% collocandosi al massimo da oltre un mese. Relativamente al comparto emergente, ieri abbiamo assistito ad un andamento negativo per tali valute; prosegue infatti anche la debolezza del real brasiliano enfatizzata dai deludenti dati sul mercato del lavoro che si sono attestati molto al di sotto delle attese.
TACCUINO MATERIE PRIME
Commodity: ieri è proseguito il rimbalzo dell’indice GSCI ER (+0,6%) contestualmente alla buona performance del comparto energia (+0,6%), il settore che più pesa nell’indice. Tutti i settori sono comunque riusciti a chiudere in positivo con i metalli preziosi in evidenza (+1,4%) dopo le rinnovate tensioni geopolitiche che hanno spinto il prezzo dell’oro fino a sopra i 1310$/oncia. In particolare la vicenda dell’abbattimento del jet malese si è ripercossa anche sulle materie prime che in passato erano state più tipicamente sensibili alla vicenda Russia-Ucraina, ovvero petrolio e grano, con il primo che è tornato ad oscillare sopra i 108$/b. In restringimento lo spread Brent-WTI che attualmente si colloca sotto i 5$ al minimo da tre mesi circa. Il grano ha registrato il rialzo più marcato da tre mesi con gli acquisti che hanno interessato, all’interno del settore agricolo (+0,5%), anche il mais; vendite su soia e cacao. Praticamente invariati i metalli non ferrosi (+0,1%) sebbene l’alluminio abbia toccato un nuovo massimo da 16 mesi in scia al calo delle scorte mondiali e su segnali di maggiore domanda. Nel frattempo, dopo Goldman Sachs, anche la World Bank ha pubblicato un report nel quale prevede un calo del prezzo di alcune commodity (preziosi, energetici ed alcune agricole) sulla scia di un’accelerazione dell’economia Usa contestualmente ad un possibile allentamento delle tensioni geopolitiche su scala mondiale nel prossimo anno. In rialzo le attese sui metalli industriali.