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Firenze, Forte di Belvedere e Boboli per il progetto di Penone

Forte di Belvedere e il Giardino di Boboli, grazie a una proficua collaborazione tra il Comune di Firenze e la Soprintendenza per il Polo Museale fiorentino ospitano, a partire da ieri e fino al 5 ottobre, “Prospettiva vegetale”, un grande progetto espositivo, ideato da Sergio Risaliti, curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti, dedicato a Giuseppe Penone, artista tra i più affermati a livello internazionale.

Dopo i successi ottenuti con la mostra realizzata nei giardini della Reggia di Versailles e l’installazione delle opere permanenti alla Venaria di Torino, Penone si con­fronta ora con il parco storico di Boboli e con la sfida che Forte di Belvedere, restituito al pubblico lo scorso anno dopo una lunga chiusura, ha lanciato ad alcuni dei più grandi scultori del XX e del XXI secolo.

Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti come Hen­ry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, le sculture di Penone si collocano tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il magnifico Giardino di Boboli, entrambi patrimonio dell’Unesco. Per la prima volta le due prestigiose sedi vengono collegate tra loro in un percorso artistico che non ha pre­cedenti. Le opere dell’artista creano, infatti, una nuova prospettiva volta ad alimentare un dialogo serrato tra scultura, architettura e paesaggio, ma anche tra presente, passato e futuro. Il pubblico così può muoversi tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo skyline, seguendo il ritmo e la direzione delle opere di Penone, in cui visione e percezione sempre si rigenerano a partire da un rapporto profondo tra uomo e ambiente, tra cor­po e natura vegetale.

Per la Soprintendente Cristina Acidini, “con i responsabili del Giardino, il direttore Matteo Ceriana e l’architetto Mauro Linari sono molto lieta di questa iniziativa che accomuna Boboli e il Forte di Belvedere, nel segno di un grande artista, autore di opere in cui il trattamento sapiente delle materie fa vibrare lo spirito della natura”.

A partire dalle sue prime esperienze giovanili, entrate da tempo nella storia dell’arte del XX secolo, Penone (classe 1947) ha intrapreso un lungo percorso segnato da un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura. Legno, bronzo e marmo hanno accompagnato negli anni Penone: nel­le sue prime azioni a diretto contatto con la natura, dove il gesto umano si inserisce rispettosamen­te nella crescita naturale; nei celebri Alberi in legno, che ancora un gesto scultoreo ha riportato alla luce, liberandoli dalle travi già trasformate dall’azione dell’uomo; in quelli in bronzo che innestano nella tra­dizione scultorea antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono sia vena­ture minerali che antropomorfiche; fino ai magnifici disegni dove l’artefice imprime una traccia del pro­prio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, ripren-dendo l’andamento della crescita dei fusti.

Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro alla natura stessa, cimentan­dosi con insuperabile maestria con interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinare l’equilibrio antico che la caratterizza, ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistinguono. Parallelamente, il suo lavoro è stato esposto in alcune delle sedi museali più prestigio­se al mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stede­lijk Museum di Amsterdam, ricreando ogni volta atmosfere evocative attraverso opere che riflet­tono sul lavoro dell’uomo e della natura, sulla pratica artistica, sul trascorre del tempo e della vita.

Per il sindaco di Firenze Dario Nardella, “la ‘Prospettiva vegetale’ di Penone ci condurrà in un percorso suggestivo ed inedito: dalla salita aspra del Forte e dai suoi bastioni esterni fino a scendere di nuovo verso il centro della città, seguendo gli snodi del Giardino di Boboli, con opere che si intersecano nel paesaggio e ne diventano non elemento estraneo ma affascinante complemento. I famosi Alberi intarsiati in legno e bronzo, gli elementi in marmo, diventano quindi parte compenetrante del Forte e del Giardino, aggiungendo arte a natura e mischiando entrambe le cose per donare al visitatore una nuova ‘Prospettiva’. Ma il piacere di questa nuova mostra che arricchisce l’offerta culturale cittadina ci consente anche, a un anno esatto dall’esposizione di Zhang Huan ‘L’anima e la materia’, di tornare a riaprire il Forte di Belvedere, storica fortezza medicea che domina la città e che finalmente torna, nei mesi dell’esposizione, alla città restituita. Anche qui abbiamo quindi una nuova ‘Prospettiva’, quella della città dall’alto del Forte di Belvedere, luogo amatissimo dai fiorentini che per molti anni è stato chiuso. Con questa mostra possiamo così sanare una ferita e riavvicinare questo luogo di rara bellezza alla sua città e ai suoi abitanti e a quanti visitatori vogliano scoprirlo per la prima volta”.

La mostra è promossa dal Comune di Firenze in collaborazione con la Soprintendenza del Polo Museale fiorentino, Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita, Lottomatica e organizzata da Once – Extraordinary Events.



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