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Il Giappone dopo Fukushima. Svolta verso la Green Economy

A tre anni dalla crisi di Fukushima, il più grave incidente nucleare dopo Chernobyl, il Giappone cerca spiccare a livello globale nella Green Economy, l’economia del futuro. Tokyo è obbligata a cambiare le carte in tavola in quanto al momento, pesanti costi energetici stanno opprimendo l’economia nipponica.

LE ENERGIE ALTERNATIVE

Le conseguenze dell’incidente nucleare di poco tempo fa non sono tardate ad arrivare, così come i danni all’economia. Lo spegnimento di 50 reattori nucleari nel paese ha portato blackout programmati ed aumenti in bolletta. Il Giappone è obbligato a rialzare la testa al più presto. Al momento l’economia di Tokyo è trainata dai “superati” combustibili fossili, rendendola dipendente dall’energia importata dal Sudest asiatico e Medio oriente. I numeri parlano chiaro, quest’improvvisa dipendenza energetica ha portato nel 2013 il Sol Levante ad un passivo di 112 miliardi di dollari.

Il Primo Ministro nipponico Shinzo Abe ha reagito a questi costi con una svalutazione dello Yen, favorendo le esportazioni, ma con risultati non tali da colmare il gap. Essendo un conservatore Abe non ha nascosto la sua propensione di tornare al nucleare, tuttavia al momento è alla ricerca di alternative più sostenibili, puntando soprattutto al “solare”. Abe sa bene che la sua è una situazione precaria; la popolazione reagirebbe malissimo ad un riproporsi del nucleare. Il Primo ministro giapponese dovrà forse arrendersi all’evidenza dei fatti; riattivare e rendere a norma le centrali ancora attive, ma destinate allo smantellamento, costerebbe più dell’eventuale ritorno economico, senza contare di andare contro l’opinione pubblica. Si progetta infatti di rendere il Giappone privo di centrali nucleari attive entro il 2050.

Nel territorio sono sempre più le associazioni spontanee a favore delle energie rinnovabili. Basti pensare che con l’aiuto di un’organizzazione no profit di Osaka, la federazione locale degli agricoltori e allevatori ha fatto partire una campagna di raccolta fondi per la costruzione di un impianto fotovoltaico. In poco più di un anno sono riusciti a raccogliere 20 milioni di yen (circa 71 mila euro) e a costruire un impianto da 50 kw. Inoltre, le proposte di “innovazione verde” varate da Tokyo come progetti a lungo termine porterebbero, oltre al prestigio nazionale, posti di lavoro in settore legati all’ambiente.

Il Giappone sembra candidarsi senza problemi come primo mercato al mondo nel fotovoltaico, superando per numero di installazioni Cina e Germania. Si prevede anche una crescita esponenziale del mercato eolico off-shore, con una crescita dai 400 mila euro del 2012 ai 50 milioni nel 2016.

COLLABORAZIONE “GREEN” TRA ITALIA E GIAPPONE

Le partnership tra Italia e Giappone in tema di “green economy” si è rafforzata notevolmente negli ultimi tempi. Sono ormai sempre più frequenti le assemblee plenarie dell’Italy-Japan Business Group (IJBG), ente creato dai due Paesi per promuovere la collaborazione industriale tra Italia e Giappone.

L’amministratore delegato di Enel Green Power Francesco Starace si è espresso positivamente riguardo la possibilità di una collaborazione con Tokyo: “Il Giappone è un mercato enorme, che sta scoprendo un’attenzione di massa verso un consumo più intelligente e migliorativo delle varie fonti energetiche. Il tema dell’energia rinnovabile coinvolge uno dei segmenti industriali più in crescita del mondo e quella nipponica è una frontiera dalle potenzialità ancora non espresse in pieno”.

Sono stati fatti molti accordi tra ENEL e NEC Corporation (la Nippon Electric Company è una società multinazionale di tecnologia) rafforzando la collaborazione tra i due enti al fine di affinare le tecniche produttive e commerciali. La realizzazione della 3Sun (la più grande fabbrica di produzione di pannelli fotovoltaici d’Italia) è stata frutto di una joint venture paritetica tra Enel Greep Power, Sharp e St Microelectronics.

Altro caso fruttuoso di collaborazione tra i due Paesi è stata l’intesa raggiunta nel 2012 tra la Chiyoda Corporation (grande società ingegneristica giapponese specializzata in impianti industriali) e la Archimede Solar Energy, società del Gruppo Angelantoni Industrie SPA, unico produttore al mondo del ricevitore solare per centrali termodinamiche che utilizzano nitrati di sodio e potassio (sali fusi) quale fluido termovettore.

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