Popolari, lavori in corso. Nonostante il rischio ora sia quello di venire travolti da un Cavaliere tornato sulla cresta dell’onda dopo l’assoluzione per il caso Ruby, prosegue il lavorìo di Ncd, Udc e Popolari per costruire in Italia un nuovo centro-destra nel nome del Ppe.
NCD
Quella che si apre domani è una settimana decisiva per il partito di Angelino Alfano. Sabato si terrà allo spazio Novecento a Roma la prima assemblea nazionale. Un’occasione per ricompattare il gruppo attraversato da malumori per la gestione del partito.
L’idea è quella di rilanciare il progetto di una nuova creatura in comune con il partito di Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini, quello di Mario Mauro e gli scontenti di Forza Italia sulle riforme. Il primo passo potrebbe essere la creazione di gruppi comuni in Parlamento.
UDC
Un progetto di cui discute anche l’Udc, giovedì è in programma il Consiglio nazionale. Il partito centrista sta preparando un documento che servirà per lanciare un’iniziativa “rivolta a chi crede nei valori popolari, si sente alternativo alla sinistra e a ogni forma di populismo, guardando anche ai mondi esterni alla politica e ai territori”, ha spiegato a Formiche.net Cesa.
Lo stesso spirito che sembra guidare l’Assemblea popolare, l’iniziativa che vede protagonisti Pellegrino Capaldo – ex parlamentare della Democrazia cristiana e già presidente del Banco di Roma, professore emerito di Programmazione e Finanza aziendale all’Università La Sapienza e animatore della Fondazione Nuovo Millennio – e l’ex parlamentare del Popolo della libertà Isabella Bertolini. E proprio tra tutti questi soggetti, compresi i movimenti capeggiati da Corrado Passera e Gianfranco Fini ci sarebbero stati pour parler.
POPOLARI
Si cura le ferite il partito di Mario Mauro dopo la scissione del gruppo dei cosiddetti santegidiani (Dellai, Giro, Marazziti, Oliviero), inclini a sostenere il governo Renzi e quindi a orientarsi verso il centrosinistra.
L’ex ministro della Difesa da sempre sostiene il progetto di una “costituente popolare” ma ha imposto ad Alfano e Cesa una conditio sine qua non: non sostenere più il governo Renzi. Difficile che la sua richiesta venga esaudita.
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