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Lo sapete che il circuito mediatico-giudiziario dopo Berlusconi vuole azzoppare Renzi?

Toh!? E’ ricomparso Angelino Alfano, quando ormai i dirigenti del NCD si interrogavano su che fine avesse fatto il loro leader. L’assoluzione di Silvio Berlusconi, in appello e con formula piena per ambedue i reati contestati, ha ringalluzzito il suo ex delfino che ha espresso motivi di grande soddisfazione, pur rimproverando all’ex Cav di aver abbandonato il governo Letta al suo destino, in seguito alla condanna in via definitiva per evasione fiscale. Del resto, tutti i militanti del NCD non possono che essere soddisfatti per essere appartenuti ad un partito il cui leader – nonostante i suoi mille difetti – non era uno stupratore di minorenni come hanno cercato di dipingerlo. E Maurizio Gasparri ha perso un’altra buona occasione per stare zitto.

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Davanti alla sentenza di Milano non si può far finta di nulla, non è consentito nascondersi dietro l’alibi dell’obbligatorietà dell’azione penale. Alla base delle indagini che hanno portato al processo Ruby e alla pesante condanna in primo grado (che vergogna quel dibattimento !) non può non esservi un calcolo politico (anche se non inteso nel senso ‘’partitico’’ del termine) della Procura milanese: ‘’Questa volta lo abbiamo in pugno. Gliela facciamo pagare’’. Se non fossero state le intenzioni non ci sarebbe stato alcun bisogno di impostare un’ indagine di quelle dimensioni, con intercettazioni, pedinamenti, incriminazioni e quant’altro, impiegando decine di uomini e donne in divisa come se si trattasse di debellare il Gotha di Cosa Nostra e non solo uno giro, magari un po’ squallido, di attricette ben disposte (come è sempre avvenuto da che esiste il mondo) pur di trovare spazio nella società del Grande Fratello. Certo, le biblioteche sono piene di volumi che raccontano degli amorazzi, dei vizi, delle manie ed attitudini sessuali dei potenti della Terra, nel corso dei secoli (in larghissima maggioranza uomini perché a loro è appartenuto il potere, anche se non mancano le donne). Ciò non toglie che certi comportamenti, una volta venuti alla luce, danneggino irreparabilmente l’immagine internazionale di un leader (che dire di Francois Hollande che va a scopare in motoretta?). Ma voler trasformare in reati stili di vita discutibili significa abusare del potere che l’ordinamento conferisce alla magistratura per fare giustizia. Non è consentito ad un magistrato di considerare la persona su cui indaga come un ‘’nemico del popolo’’, perciò meritevole di essere annientato con ogni mezzo, soprattutto quando la maggioranza degli elettori è disposta a farsi rappresentare da un leader come Silvio Berlusconi, nonostante che l’ex moglie ne avesse denunciato pubblicamente i ‘’vizi assurdi’’.

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Nel male come nel bene, da decenni la politica italiana è condizionata dai giudici. Loro hanno distrutto Silvio Berlusconi e cambiato la storia politica del Paese. Ancora loro lo rimettono in sella riaprendo la prospettiva di un nuovo equilibrio tra i partiti. L’ex Cav sconta una pena perché ritenuto colpevole di un reato dal quale Federico Confalonieri e il figlio Pier Silvio sono stati scagionati. Non funziona così anche la roulette russa?

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Matteo Renzi, in tema di giustizia, si è limitato a far circolare delle slides molto prudenti e generiche. E’ bene, però, che agisca d’anticipo, prima che la macchina mediatico-giudiziaria si metta in moto per distruggere anche lui. Corre voce che ciò avverrà nel prossimo ottobre. Basta tanto poco per annichilire un leader politico. Anche una semplice indagine della Corte dei Conti o l’affitto non pagato di un appartamento in uso. E’ sufficiente avviare la collaudata ‘’macchina del fango’’. E purtroppo – come dicono i Monty Python – nessuno si aspetta l’Inquisizione spagnola.

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