Gli accordi commerciali tra Stati Uniti ed Europa (in gergo “Trade-Deal”) una volta conclusi diventeranno una grande opportunità per tutte le aziende europee e americane. C’è molto in gioco: ad esempio la possibilità di introdurre in Europa prodotti o sistemi di produzione che finora erano stati ostacolati dalle norme in vigore. Così anche per l’esportazione dei prodotti e la tutela dei brevetti.
Inutile dire che tanto interesse da parte degli operatori del settore si traduce in una intensa attività di pressione sulle delegazioni coinvolte nelle negoziazioni. Secondo Corporate Europe Observatory è l’Agribusiness (cioè le industrie, spesso multinazionali, del settore agricolo) che guidano la classifica dei settori che stanno investendo maggiori risorse per fare lobbying nel quadro delle negoziazioni. Per questo CEO ha realizzato una serie di infografiche per illustrare il fenomeno.
Questo è l‘elenco dei top-lobbyist verso la Commissione:
Qui invece la percentuale dei lobbisti per interesse rappresentato. Appena 4% rappresentano la società civile. Il restante 92% lavora per l’industria.
Infine, le ultime due informazioni. Una relativa alle aziende top-spenders per lobbying verso le delegazioni in negoziazione, e l’altra sulla provenienza geografica.