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Niet di Berlusconi al referendum anti Fiscal Compact?

Meglio non disturbare troppo il manovratore, ossia Matteo Renzi? Oppure meglio non mettere troppa carne al fuoco e concentrarsi su giustizia e riforme?

Sono le due principali domande che circolano nel comitato promotore dei referendum anti austerità composto da 16 intellettuali e che ha avuto fin dall’inizio l’appoggio di esponenti della minoranza del Pd, di Sel e della Cgil.

Gli interrogativi riguardano però Forza Italia e Silvio Berlusconi, in particolare. Infatti, dopo che Formiche.net con un commento aveva biasimato la scelta del comitato promotore dei 4 quesiti referendari di cercare il sostegno all’iniziativa solo su movimenti e personalità progressisti, nonostante del comitato promotore sono membri anche professori non di sinistra, come Gustavo Piga e Mario Baldassarri, per citare solo due nomi, e dopo soprattutto un intervento di Piga sul quotidiano il Giornale, erano giunti al comitato promotore segnali di attenzione da parte dei vertici di Forza Italia.

In particolare, secondo la ricostruzioni di Formiche.net, l’economista e capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, aveva mostrato interesse e disponibilità nei confronti dell’iniziativa referendaria che peraltro si inseriva in un filone anti austerità che Forza Italia, in maniera meno dirompente rispetto agli anti euro Lega e Fratelli d’Italia, aveva cavalcato nel corso delle ultime elezioni europee.

Così mentre il comitato cercava di sollecitare esponenti anche di Ncd, Udc e di Centro democratico, con alterne fortune, e mentre con Guido Crosetto dei Fratelli d’Italia ci sono contatti in corso per trovare forme di collaborazione, i referendari non hanno più ricevuto risposta dal movimento berlusconiano, nonostante l’apertura giunta da Brunetta.

Non solo: oggi sul quotidiano il Giornale, che aveva ospitato Piga, è stato pubblicato un commento di Brunetta che ha posto dieci domande secche al ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan. Nessun accenno al referendum anti austerità che ha in corso la raccolte delle firme.

Un silenzio che non è assenso, anzi. Evidentemente – si mormora al comitato promotore dei referendum – è giunto il niet di Silvio Berlusconi.

Sarà vero? Cercheremo di capirlo meglio nelle prossime ore.


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