Oggi Stratfor, l’autorevole sito di intelligence Usa, ha pubblicato un saggio dal titolo “Può sopravvivere Putin?”. Il 9 luglio scorso, l’istituto Russo per gli Studi Strategici (Riss) ha pubblicato un saggio dal titolo “Crisi ucraina: pericoli e minacce”.
Sempre oggi si riunisce a Bruxelles un Consiglio speciale per gli affari esteri con in agenda “l’adozione di più dure sanzioni alla Russia”. Tra i principali sostenitori delle sanzioni “livello 3”, cioè il congelamento delle importazioni e delle esportazioni da e per la Russia oltre al sequestro degli asset finanziari russi nella Ue, figurano, dietro gli Usa, il Regno Unito, l’Olanda e parzialmente la Germania. Invece, Italia e Francia vorrebbero un approccio più morbido, nella speranza che il dialogo diplomatico possa riprendere. A raffreddare gli spiriti concilianti è intervenuta la Nato che ha dichiarato di “dover rivedere gli accordi di collaborazione con la Russia dopo l’abbattimento del MH17”. Fonti diplomatiche fanno sapere che dal Consiglio Ue non si dovrebbero vedere se non “promesse di indurimento delle sanzioni, soggette alla conclusione dell’investigazione internazionale sul crash del MH17”.
Quel che emerge è che l’Ue è ancora una volta irrilevante come attore geopolitico ma che, su pressione Usa, potrebbe diventare un terribile strumento di guerra finanziaria ed economica contro la Russia. Infatti, in un articolo del quotidiano britannico The Telegraph si legge che il dipartimento del Tesoro americano potrebbe attivare una propria cellula capace di usare la forza economico-finanziaria occidentale di 35 trilioni di dollari per attaccare la Russia che vale circa 2 trilioni di dollari (poco più che la sola California). È chiaro che un attacco così sproporzionato non può che portare al collasso della Russia.
Ma chi ha interesse a far collassare la Russia?
La lettura dei due saggi citati sopra fornisce qualche chiave di lettura. Innanzi tutto il testo russo, scritto prima del crash del MH17, identificava nella strategia americana e della Ue la volontà di “costringere le oligarchie russe a sostituire Putin”. Il testo americano compara la posizione attuale di Putin a quella che portò alla sostituzione di Kruscev con Breznev nel 1964 dopo il fallimento dei missili sovietici a Cuba (1962), oppure a quella che portò alla sostituzione di Eltsin nel 2000 con Putin dopo il fallimento e l’umiliazione russa in Serbia e in Kosovo. Il testo russo aggiunge che la strategia Usa sarebbe di “smontare la federazione russa” e con essa la Cis e il patto della comunità dell’Eurasia. Insomma, ridurre la Russia ad un paese più piccolo, senza capacità di proiezione strategica nel Mediterraneo (Sebastopol in Crimea e Tartus in Siria) e nell’artico siberiano la cui regione si dichiarerebbe autonoma da Mosca. Nei due testi non vi è un riferimento diretto ma si capisce che l’altro obiettivo non dichiarato è di mettere il piombo nelle ali della neonata Banca dello Sviluppo dei Brics.
Quanto all’Ue entrambi i testi presentano uno scenario in cui la pretesa sovranità europea sarebbe stemperata in un “nuovo ordine mondiale” che vede l’applicazione e l’imposizione degli standard anche legali americani. D’altra parte i negoziati sul Ttip, il Tisa e l’Acsa vanno proprio in questa direzione.
Questo scenario permette di capire un po’ di più delle ragioni che hanno portato al nulla di fatto del Consiglio europeo del 16 luglio, rimandando il tutto a fine agosto, e della decisione di oggi del governo Renzi di convocare il Cisr, il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica. È evidente che in gioco non ci sono le nomine europee ma la direzione strategica profonda che deve prendere l’Italia, presidente di turno del Consiglio Ue.
Come in Medio Oriente si sta ridisegnando la mappa geografica e geopolitica, anche nell’insieme del mondo occidentale sta avvenendo lo stesso. Tra guerre locali e regionali in corso con l’uso delle armi, l’altra guerra, ben più temibile è quella finanziaria ed economica. Non c’è dubbio che quest’ultima deve portare dei risultati concreti al prima possibile, e certamente prima delle elezioni americane di mid-tern del prossimo novembre.
David Rockefeller scriveva che “il mondo è all’alba di una grande trasformazione, e tutto ciò di cui c’è bisogno è una potente crisi che costringa le nazioni ad accettare il cambiamento”. Quanto alla verità sui fatti avvenuti in Ucraina – in febbraio con il colpo di stato che ha imposto un nuovo governo pro occidentale, e in luglio con l’abbattimento del volo civile MH17 – non la sapremo per lungo tempo. Scriveva Churchill che “nelle guerre la verità è così preziosa che la si deve proteggere con un mare di bugie”.
Come sempre, la storia ci insegna che anche i piani meglio dettagliati possono trovare difficoltà nella realtà della loro applicazione. Il pericolo è che il pianeta discenda in una situazione di caos generale, attraversato da guerre armate e finanziarie oltre che da una guerra monetaria. Molto dipenderà dalla posizione che vorrà assumere la Cina nei confronti della Russia, ma soprattutto nei confronti del dollaro.