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Vi spiego come Londra attrae investitori e aziende. Numeri e confronti di Ugo Bertone

Organizzazione, certezza del diritto e delle garanzie per le aziende, assenza di burocrazia: sono le linee guida con cui il fisco british è riuscito a conquistare la palma del più sexy tra i Paesi europei (al netto dei paradisi fiscali). Un passaggio che ha toccato da vicino l’Italia, con il caso della nuova Fiat a stelle e strisce di Marchionne ma non solo: anche le scelte di Gtech sono emblematiche, come ha scritto l’editorialista Edoardo Narduzzi.

WIMBLEDON
Come ci sono riusciti? Secondo Ugo Bertone, giornalista economico di lungo (inviato della Stampa e direttore di Borsa&Finanza, tra l’altro), oggi firma del Foglio e di Libero, in Inghilterra hanno composto un piano pluriennale, elaborando alcune aliquote per le imprese che progressivamente stanno scendendo, con l’obiettivo di arrivare al 20%. E che in seguito verrà dimezzata se l’azienda che si domicilia nel Regno Unito depositerà i brevetti a Londra. Si tratta di un risultato coerente con la cosiddetta “filosofia Wimbledon”: ovvero non conta tanto la nazionalità, né contano le caratteristiche delle strutture amministrative. Ciò che importa è fornire ai competitori un impianto di gara che sia conveniente e anche equo in quanto offre garanzie a tutti.

FILOSOFIA
“Direi che la filosofia che ha spinto l’Inghilterra in quella direzione è l’aver aggiunto un qualcosa rispetto alla competitività fiscale come ad altri Paesi, come la stessa Olanda, il Portogallo, la Spagna, l’Irlanda e molti Stati extra Ue”. Ecco che in Gb assistiamo alla realizzazione di un pacchetto di iniziative che offrono alle aziende le garanzie della fiducia oltre che la convenienza data dalla governance inglese. Nessun altro pareggia quell’offerta.

ESEMPI
In primo luogo – sottolinea Bertone – la lingua, che evidentemente è quella universale del business, accanto all’efficienza della City. Inoltre il 99% delle emissioni di corporates, a maggior ragione dopo le complicazioni del caso argentino, saranno targate Londra e verranno regolate dalle leggi del Commonwelt della stessa City. Un sistema siffatto è sostanzialmente una garanzia per tutti.

FASCINO INGLESE
Il fascino inglese ha colpito recentemente anche la Fiat di Marchionne e Alberto Nagel di Mediobanca con un trittico di efficienza composto da servizi, diritti e governance. Un’utopia tentare di imitarlo anche in Italia? Sì, secondo Bertone: “Sto invecchiando e continuo a registrare almeno sei tentativi di ricreare Milano come piazza finanziaria. In realtà la finanza, in sé e per sé, così come il diritto, richiedono una certa flessibilità di impiego ed una certa efficienza legata al cliente: aspetti che noi non siamo in grado di assicurare”. Dove quel “noi” secondo Bertone è inteso come Europa.

CRACK UE
Ha fatto flop, è il ragionamento fatto dal giornalista economico, il tentativo di creare una grande Borsa continentale europea, per poter creare un grande mercato di eurobond che facesse base a Parigi piuttosto che a Francoforte. In realtà accade che il punto di riferimento per tutto questo universo resta Londra, “un territorio neutro dove bene o male Deutsche Bank non prevale su Unicredit, tanto per fare un esempio. Noi ci abbiamo provato cento volte ma in realtà la nostra non è un’economia basata sui servizi finanziari, per cui è importante che ne se ne renda conto e che con umiltà riconosca i propri confini. Potrebbe diventare il polo centrale per realizzare un’analisi del settore lusso, assieme a Parigi ma anche ancor più di Parigi”. Senza dubbio potrebbe anche diventare un punto di riferimento per un certo lavoro da fare sulle piccole e medie imprese, cosa che attualmente non c’è.

NIENTE MARGINI
Ma fin quando “dovremo combattere con una fiscalità assolutamente improponibile e con un sistema legale così rigido che tiene più conto delle corporazioni che non degli interessi del cliente, sinceramente non vedo un grande margine”.

FIAT
Un capitolo a parte merita la Fiat di Marchionne, così come Gtech: si tratta degli effetti di una “globalizzazione di un certo tipo”, anche se quello di Fiat “resta illuminante”. Abbiamo un certo margine solo nel manufacturing, se “sapremo conquistarlo”, e in alcuni servizi legati alla produzione. Per quello che riguarda le altre componenti è evidente secondo Bertone che altre piazze sono più attrezzate, “ma dobbiamo pensarle quantomeno in senso europeo per cui non è un handicap solo nostro”.

twitter@FDepalo

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