In Europa coesistono paesi con ottime performance ambientali che vanno nella direzione degli obiettivi comunitari, e Paesi meno avanzati, dipendenti per lo più dalle discariche e dove l’industria del riciclo è poco sviluppata o addirittura quasi inesistente. Nel mezzo ne albergano altri che attraverso interventi mirati, potrebbero raggiungere i target europei.
CHI C’ERA CON GALLETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO SUI RIFIUTI
È l’Europa a tre velocità descritta in uno studio promosso dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e realizzato da Conai, il consorzio per il recupero degli imballaggi, in collaborazione con Althesys, presentato ieri mattina.
IL QUADRO ATTUALE
L’analisi del Ministero traccia il quadro attuale della gestione dei rifiuti urbani nell’Unione Europea, individuando le azioni e gli strumenti per cogliere gli obiettivi europei e valutando, infine, i possibili impatti di queste politiche in termini di crescita economica ed occupazionale.
Lo studio mostra una situazione molto eterogenea: alcuni Stati hanno eliminato il ricorso alla discarica e raggiunto già gli obiettivi previsti per il 2020, ma esistono realtà in cui la discarica è ancora la modalità prevalente, in alcuni casi l’unica.
I DATI
La discarica resta ancora, in molti Stati, il sistema di smaltimento prevalente, con un valore medio europeo del 34,25% e picchi superiori all’80%. Tra i paesi più virtuosi spicca la Germania che ha debellato totalmente lo smaltimento in discarica, seguita da Svezia, Belgio, Olanda, Danimarca e Austria che sono riusciti a ridurne il ricorso con un’incidenza sul mix inferiore al 5%. Questo gruppo si contraddistingue però per un maggior ricorso all’incenerimento (con e senza recupero energetico), che pesa tra il 35% della Germania e il 52% di Svezia e Danimarca.
Dipendente totalmente dal sistema della discarica è secondo lo studio del Ministero dell’Ambiente la Romania, seguita in minore percentuale da Malta, Croazia e Lettonia.
IL PRESIDENTE DEL CONAI ILLUSTRA I DATI DELLO STUDIO. LE FOTO
IL CASO ITALIANO
Con il 40% di smaltimento in discarica, il 20% di incenerimento con recupero energetico, il 25% di riciclo e il 15% di compostaggio, l’Italia risulta paradigmatica della situazione europea, con la coesistenza di eccellenze – il riciclo degli imballaggi – e criticità, con una forte disomogeneità dei risultati a livello territoriale.