Per cosa sarà ricordata la XVII legislatura? Forse per la tanto attesa riforma elettorale? O per aver cambiato l’architettura istituzionale abolendo il bicameralismo perfetto? È ancora presto per dirlo. Ma intanto ci sono già alcuni elementi che la caratterizzano. Li anticipa uno studio di Openpolis.
RECORD DI CAMBI DI CASACCA
Una legislatura all’insegna della mobilità, si direbbe. È passato poco più di un anno ma sono già stati 76 i cambi di gruppo alla Camera dei deputati. Nella scorsa legislatura in cinque anni sono stati in tutto 120.
Chi perde più parlamentari sono soprattutto Forza Italia e Scelta civica, interessate da scissioni interne. L’allora Popolo delle Libertà ha perso 28 membri e il partito montiano ha visto l’abbandono di 18 deputati.
Al di là delle divisioni, è Sel a registrare le maggiori defezioni a livello percentuale. Nelle ultime settimane, il partito ha perso il 32% dei suoi deputati, andando dai 37 eletti ai 25 attuali membri.
C’è poi chi se ne va ma poi ritorna. È il caso di due parlamentari: Alberto Giorgetti che dopo la parentesi in Ncd è nuovamente in Forza Italia, e Stefano Quintarelli, tornato in Scelta Civica dopo un brevissimo periodo in “Per l’Italia”.
IL VALZER DEI CAPIGRUPPO
Valzer di nomi per quanto riguarda i capigruppo, rileva Openpolis.
Alla Camera solamente 4 dei 10 membri sono presenti da inizio Legislatura: Roberto Speranza (Pd),Renato Brunetta (Fi), Pino Pisicchio (Misto) e Giancarlo Giorgetti (Ln).
Inizialmente i membri erano 8, oltre al Presidente, ma il numero è poi salito a 10, a causa delle scissioni del Nuovo Centrodestra e Per l’Italia che hanno portato alla nascita di altri due gruppi.
Capigruppo a rotazione per il M5S, ora rappresentato alla Camera da Riccardo Nuti.
E sulla giostra dei nomi hanno naturalmente pesato le crisi interne ai partiti. Andrea Romano ha lasciato le redini di Scelta civica a Montecitorio ad Antimo Cesaro, Gennaro Migliore di Sel ha lasciato il posto ad Arturo Scotto, nominato ieri.
