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Renzi, Berlusconi e il Paese di Pulcinella

Nel 2003, in occasione del discorso di insediamento della presidenza italiana davanti al Parlamento europeo, Silvio Berlusconi prese a male parole Martin Schulz allora presidente del gruppo del Pse. Il 2 luglio, Matteo Renzi ha avuto un battibecco ‘’di linea politica’’ con il capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber. Tanto che Gianni Pittella (Carneade? Chi era costui?) è intervenuto, in difesa del premier, minacciando la stabilità della poltrona di Jean Claude Juncker se non ci sarà maggiore flessibilità nella valutazione delle performance di bilancio. Che dire? Da noi cambiano le generazioni, le maggioranze, i governi, ma agli occhi dei tedeschi (solo di loro?) restiamo sempre il Paese di Pulcinella. Forse perché lo siamo davvero.

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Magistrati, giornalismo sedicente d’inchiesta (in realtà avanguardia dello ‘’sfascismo’’ nazionale), forze politiche irresponsabili (disposte ad ammazzare pezzi d’economia e ad avvelenare i pozzi del vivere civile per un pugno di voti) non si sono risparmiati in nulla pur di far precipitare un importante istituto di credito come il Monte Paschi nel ‘’buco nero’’ aperto da un board fellone. Nei giorni scorsi, il MPS ha cominciato a restituire una rata del prestito disposto (a tassi quasi d’usura) dal governo Monti. E lo Stato incassa 450milioni di interessi. Ovviamente nessuno chiede scusa. Dovremo aspettare trent’anni come nel caso Tortora?

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Scrive un caro amico, folgorato dal ‘’renzismo’’ sulla via di Palazzo Vidoni: ‘’Prof, secondo me te la prendi troppo… tutto sommato ci sono dei momenti in cui è meglio dare segnali confusi che restare nella palude…’’. Sono in tanti a pensarla come lui: c’è un’opinione pubblica frastornata e assatanata che vuole dei cambiamenti. Purchessia. Facciamoli poi si vedrà. Ma – rispondo io – se uno è stanco dell’appartamento in cui vive, non si mette ad abbattere, a colpi di mazza, i muri a caso, compresi quelli portanti, con il rischio che gli crolli in testa il soffitto e sprofondi il pavimento. Già nel 2000, con l’ansia di dare una risposta alle problematiche introdotte dalla Lega, si fece la riforma del Titolo V che in 14 anni ha causato più guasti e danni di 70 anni di bicameralismo perfetto. E’ giusto e corretto prendere a pedate la Costituzione per curare i mal di pancia dell’antipolitica?

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