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Renzi e la giusta (e debole) guerra all’Europa inflessibile

Il premier, dopo il discorso inaugurale al Parlamento Europeo, ha deciso di dichiarare guerra all’Europa. Ovviamente, lo ha fatto a modo suo. Si è detto contrario all’Unione dei banchieri e favorevole a un continente dei cittadini.

La linea è quella giusta. Occorre dirlo con chiarezza, per sfatare equivoci inutili. La linea è quella giusta perché è preminente la posizione dell’Italia, i suoi interessi specifici, rispetto al resto. È vero, però, e lo si è visto dalle reazioni della Buba, che, nonostante la leadership sia indiscussa, la personalità di Renzi resta debole, anzi debolissima.

Proviamo a individuare almeno le due principali ragioni. La prima riguarda la politica interna. La fortuna del Pd è di non avere opposizione. La sfortuna di Renzi è di non avere opposizione. L’abbraccio mortale di Berlusconi è un boa constrictor. Il patto sulle riforme nasconde un disimpegno interessato che l’ex Cav. fa passare per elogio dell’avversario. Senza soldi e senza alternativa, esiste solo il cinismo nell’opposizione.

Tutto ciò fa male al Governo perché lo priva di validi strumenti di controllo. Fa male all’Italia perché la priva di una destra democratica solida e compatta.

Poi vi è una ragione internazionale di debolezza, che riguarda tutti noi. Gli ottanta euro sono stati un’imbonitura, tipica di una filosofia di deficit-spending, contraddittoria rispetto al montare del debito pubblico e della recessione in atto.

Renzi dovrà fare una manovra correttiva che rischia di ucciderlo ancor prima di nascere. La popolarità, unica grande forza del renzismo, è variabile tanto quanto lo è in genere il caos populista che la genera e alimenta.

Sì, certo, Renzi è forte oggi. Ma la sua potenza è temporanea e transitoria, come, del resto, il futuro di questo semestre europeo a guida italiana.

Per il centrodestra vi sarebbe uno spazio politico enorme, una voragine. Manca purtroppo la novità e manca anche l’archiviazione del passato.

Ecco perché, in fin dei conti, la debolezza di Renzi è pari, se non superiore, alla sua forza. E la giusta guerra all’Europa preannuncia una resa incondizionata.


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